Venerdì 17 novembre, SANTA ELISABETTA D’UNGHERIA
Dal Vangelo
Matteo 25,31-40
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Dalle Fonti
2 Celano 68: FF 654
Passava una volta l’uomo di Dio con un compagno attraverso la Puglia e, presso Bari, s’imbatté sulla strada in una gran borsa, chiamata fonda dai commercianti, gonfia di monete. Il compagno richiama l’attenzione del Santo e con insistenza vorrebbe indurlo a prendere da terra la borsa, per darne il denaro ai poveri. Esalta la compirebbe elargendo quella somma. Il Santo si rifiuta assolutamente e afferma che è una astuzia del diavolo. «Non si deve, figlio, – dice – portare via ciò che è di altri. Donare la roba altrui non merita gloria, ma va punito perché è peccato». Si allontanano poi presi dalla fretta di terminare il viaggio iniziato. Ma il compagno, deluso nella sua pietà poco illuminata, non è contento e insiste nel proporre la trasgressione.
Alla vita
Oggi ricordiamo Elisabetta d’Ungheria, una grande santa francescana della carità, e siamo sollecitati a riflettere sulle opere di misericordia. È questo infatti il distintivo del cristiano e ciò che sta a cuore al Signore: non quante pratiche di pietà si sono fatte, ma quanto ci si è impegnati a praticare la misericordia nei confronti dei fratelli. Il bene donato dal tesoro delle proprie risorse personali, gratuitamente, è custodito nella benedizione di Dio sull’esistenza di quanti si ispirano e si conformano alla scuola dell’umanità compassionevole del Figlio. Alla sua prossimità ai piccoli, agli emarginati, a quelli che in cambio hanno da dare a noi la ricompensa più grande: in essi il servizio a Lui e la via alla vita eterna.
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