Il Santorale Francescano

La Parola di Dio è faccenda “da compagnia”. In compagnia della Chiesa, che ce l’ha trasmessa. In compagnia di tanti cristiani che, anche a proprio rischio, la leggono, la meditano e cercano di viverla. In compagnia di tanti santi: come sant’Antonio di Padova, che ad essa ha dedicato tutto se stesso, e la sua lingua, o come san Francesco, che se l’è trovata impressa nella carne! Come santa Chiara, che ne ha fatto la regola della vita sua e delle sue sorelle a S. Damiano. Come tanti santi francescani, frati, suore, laici: conoscerli ce li rende compagni di strada, giorno per giorno, possibilità concreta per noi di una vita vissuta per Dio e i fratelli. In una santità che trascina con sé tutto il “peso” della nostra carne, della nostra storia, dei nostri sogni e delle nostre fatiche. Come le belle illustrazioni di Luca Salvagno ci mostrano…

Giacomo Varinguez da Bitetto, religioso francescano (1400-1485), beato

Dalle scarse notizie che si hanno sulla vita di fra Giacomo da Bitetto si ricava che è croato, di Zara, dove nasce intorno al 1400, trasferitosi poi nel Meridione dell’Italia per farsi frate francescano nel convento di San Pietro a Bari. Lo ritroviamo in seguito nei conventi di Conversano e Cassano delle Murge, dove svolge gli umili compiti riservati a un frate non sacerdote, cioè il cuoco, l’ortolano e il cercatore di elemosine per la comunità e per i poveri. Benvoluto dalla nobile famiglia Acquaviva, salva uno dei suoi membri, il conte Andrea, braccato dai sicari del re di Napoli contro il quale ha congiurato, nascondendolo nel convento di Bitetto. Gli Acquaviva ricambiano il favore collegando con una strada il convento alla città. Pur impegnato in un’intensa vita di preghiera e contemplazione, fra Giacomo non dimentica i poveri e i malati, soprattutto nel periodo tragico della peste del 1483. Muore a Bitetto il 27 aprile 1485.
AprileMarzoMaggio

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Messaggero di Sant'Antonio