Il Santorale Francescano
La Parola di Dio è faccenda “da compagnia”. In compagnia della Chiesa, che ce l’ha trasmessa. In compagnia di tanti cristiani che, anche a proprio rischio, la leggono, la meditano e cercano di viverla. In compagnia di tanti santi: come sant’Antonio di Padova, che ad essa ha dedicato tutto se stesso, e la sua lingua, o come san Francesco, che se l’è trovata impressa nella carne! Come santa Chiara, che ne ha fatto la regola della vita sua e delle sue sorelle a S. Damiano. Come tanti santi francescani, frati, suore, laici: conoscerli ce li rende compagni di strada, giorno per giorno, possibilità concreta per noi di una vita vissuta per Dio e i fratelli. In una santità che trascina con sé tutto il “peso” della nostra carne, della nostra storia, dei nostri sogni e delle nostre fatiche. Come le belle illustrazioni di Luca Salvagno ci mostrano…
Camilla Battista da Varano, clarissa (1458-1524), santa

Camilla, figlia naturale del principe Giulio Cesare da Varano, nasce a Camerino (Macerata), nel 1458. Pur essendo “illegittima”, viene introdotta a corte, dove si dedica agli studi classici, impara a dipingere e andare a cavallo. A ventitré anni, però, lascia lo splendore della corte per indossare l’abito delle Clarisse di Urbino e vivere la regola di santa Chiara, con il nome di suor Battista. Poco tempo dopo, su sollecitazione del padre, ritorna con alcune consorelle a Camerino e vi fonda un monastero di cui diventerà abbadessa. A causa delle lotte scatenate da Cesare Borgia, è costretta a rifugiarsi ad Atri. Tornata a Camerino, nel 1505, su invito di papa Giulio II, si trasferisce a Fermo per fondare un altro monastero. Eccola nuovamente a Camerino, dove diventa punto di riferimento della città. Vive singolari esperienze mistiche, tra le quali, «i dolori mentali di Gesù nella sua Passione». Muore il 31 maggio 1524.