Giovedì XII settimana del Tempo Ordinario
Gn 16,1-12.15-16 Sal 105 Mt 7,21-29
“Essa non cadde, perché era fondata sulla roccia” (Mt 7,25)
Nella parabola l’attenzione di Gesù è tutta per le fondamenta: se fondata su un sostegno stabile, una casa è sicura e può perfettamente custodire dalle intemperie chi la abita. Allo stesso modo, chi desidera portare frutto nella propria vita, ha bisogno di andare in profondità, non può rimanere nell’ascolto superficiale, in una sequela superficiale, che si ferma alle parole. Proprio come la casa, che di fronte alle pioggia, al vento e alla potenza dei fiumi risponde con la stabilità della roccia su cui si fonda, così il discepolo risponde alle sfide che la quotidianità gli presenta traendo forza dalla Parola pregata, accolta, messa in pratica.
Dall’Anonimo perugino [FF 1496]
Camminava a piedi nudi, con indosso un abito misero, cinto i fianchi di una vile cintura. E dovunque suo padre s’imbattesse in lui, sopraffatto dalla veemenza del dolore, lo malediceva […]. Anche molti altri lo schernivano e gli rivolgevano parole ingiuriose; quasi tutti lo ritenevano impazzito. Lui però non se ne curava e nemmeno rispondeva loro, attendendo con la massima sollecitudine a mettere in opera quello che Dio gli indicava. Non camminava appoggiandosi a ragionamenti di umana sapienza, ma sulla manifestazione e sulla forza dello Spirito.
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