Lunedì XII Settimana del Tempo Ordinario
Gn 12,1-9 Sal 32 Mt 7,1-5
“Allora ci vedrai bene” (Mt 7,5)
La vera correzione fraterna è uno strumento necessario e prezioso per crescere, ma con l’immagine della pagliuzza e della trave, Gesù insegna in che modo viverla. Per prima cosa non giudicare. Questo significa non condannare ma anche, in positivo, “perdonare”. Togliere la trave dal proprio occhio poi, significa riconoscere, accogliere e in qualche modo “portare”, prendere in mano con responsabilità il proprio limite. E questo necessariamente prima di guardare al limite dell’altro.
Gesù insegna quindi a essere veri fratelli che correggono, sì, ma solo dopo aver perdonato, facendosi guidare non dal giudizio ma dalla carità, da quella “misura buona” con la quale siamo “misurati” dal Signore.
L’inizio della conversione [di Francesco] si caratterizzò pertanto come un fare Misericordia, come un immergersi nel dolore altrui guardandolo con occhi diversi, non più alteri e pronti al disprezzo; egli divenne dunque capace di scorgere il dolore senza trarne spavento, di farsi vicino a chi soffre e tendergli la mano (F. Accrocca, Dio non si stanca di perdonare: verità e misericordia nell’insegnamento di Francesco d’Assisi).
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