Giovedì II Settimana del Tempo ordinario
Eb 7,25-8,6 Sal 39 Mc 3,7-12
Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva (Eb 7,25)
Il Vangelo di ieri si chiudeva con la decisione dei nemici di Gesù di ucciderlo, ora si apre una nuova parte del vangelo di Marco che è un canto di vita e di amicizia. Gesù si ritira anche per manifestare la sua azione liberatrice a chi lo cerca con cuore sincero. L’elenco delle regioni da cui provengono le persone che lo seguono esprime bene l’universalità della salvezza e dice che, nonostante l’annuncio della fine, tutto comincia di nuovo. Come a dire: con Gesù, i momenti di crisi sono momenti di crescita e di aumento di vita. Qui la novità è che prende forma la comunità. Gesù domanda una barca, nell’originale greco si legge una piccola barca, una semplice barchetta dove sarà presente il pane di vita. Dall’insieme dei testi del vangelo si comprende come la barca sia il simbolo della chiesa: un pezzetto di lievito che fermenterà tutta la pasta (cf. Mt 13,33). Rigettato dai potenti, a Gesù si vogliono gettare addosso i poveri, i malati, le “pietre scartate” (cf Mc 12,10). Ovvero chi ha coscienza della propria radicale insufficienza ed è disponibile a ricevere il buon annuncio del Regno e a costruirlo insieme ai fratelli. Questo è il lievito dei cristiani attirati dalla bontà di Gesù, dalla sua forza e libertà.
Dalla Leggenda dei Tre Compagni [FF 1423] Suo padre, a vederlo caduto in uno stato così miserabile, era in preda a cupo dolore. Lo aveva amato ardentemente; ma adesso, per l’umiliazione e il dispiacere che provava vedendolo così cadaverico per le privazioni e il freddo, lo copriva di maledizioni ogni volta che lo incontrava. L’uomo di Dio, ferito dalle maledizioni paterne, scelse come padre un poverello disprezzato e gli disse: «Vieni con me, e ti darò parte delle mie elemosine. Quando vedrai mio padre maledirmi, io ti dirò: “Benedicimi, o padre!” E tu farai su di me il segno della croce e mi benedirai al suo posto».
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