Sabato 27 dicembre, Ottava di Natale
1Gv 1,1-4 Sal 96 Gv 20,2-8 San Giovanni, apostolo ed evangelista, festa
“E noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità“ (Gv 1,14)
Nei giorni in cui contempliamo il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio, ascoltiamo le vicende di coloro che hanno visto: i pastori, i magi, Simeone, Anna, fino agli apostoli e a tanti che lo hanno incontrato. L’apostolo Giovanni è fra loro, e nei suoi scritti si rivolge a chi, come noi, non ha avuto questo privilegio. Giovanni al sepolcro ha visto e creduto. Per questo nella sua lettera insiste con alcuni verbi che dicono l’incontro concreto, tangibile, umano, con “il verbo della Vita”, il Figlio di Dio che si è fatto carne. La sua testimonianza, insieme a quella degli apostoli, è un appello accorato: credi con noi che lo abbiamo visto, udito, toccato, che abbiamo contemplato la presenza di Dio che è venuto ad abitare in mezzo a noi (Gv1,14). Credi con noi perché, attraverso la fede tu sia in comunione con noi che siamo in comunione “con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo”. Credi, perché anche la tua gioia sia piena.
Dalla Lettera a tutto l’Ordine [FF 221]
Tutta l’umanità trepidi, l’universo intero tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, nella mano del sacerdote, è presente Cristo, il Figlio del Dio vivo. O ammirabile altezza e stupenda degnazione! O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, si umili a tal punto da nascondersi, per la nostra salvezza, sotto poca apparenza di pane! Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, e aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati. Nulla, dunque, di voi trattenete per voi, affinché tutti e per intero vi accolga Colui che tutto a voi si offre.
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