Martedì 13 giugno 2017, S. ANTONIO DI PADOVA
Dal Vangelo
Marco 16,15-20
In quel tempo, apparendo agli Undici, Gesù disse loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno”. Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano.
Dalle Fonti
Leggenda Maggiore XV,5: FF 1250
I frati e figli, che erano accorsi al transito del Padre, insieme con tutta la popolazione, dedicarono quella notte, in cui l’almo confessore di Cristo era morto, alle divine lodi: quelle non sembravano esequie di defunti, ma veglie d’angeli. Venuto il mattino, le folle, con rami d’albero e gran numero di fiaccole, tra inni e cantici scortarono il sacro corpo nella città di Assisi. Passarono anche dalla chiesa di San Damiano, ove allora dimorava con le sue vergini quella nobile Chiara, che ora è gloriosa nei cieli. Là sostarono un poco con il sacro corpo e lo porsero a quelle sacre vergini perché lo potessero vedere insignito delle perle celesti e baciarlo. Giunsero finalmente, con grande giubilo, nella città e seppellirono con ogni riverenza quel prezioso tesoro, nella chiesa di San Giorgio, perché là, da fanciullino, egli aveva appreso le lettere e là, in seguito, aveva predicato per la prima volta. Là, dunque, giustamente trovò, alla fine, il primo luogo del suo riposo.
Alla vita
In una sua omelia, in occasione della solennità di Sant’Antonio di Padova, Mons. Tonino Bello diceva in una cattedrale gremita di gente: “Potrebbe sembrare strano, dopo tanti secoli, che veneriamo ancora la figura di un uomo che si è spento a 36 anni. Io oggi credo che non ci sia villaggio, città e metropoli in tutto il mondo in cui la gente non si raccolga in qualche chiesa per onorare la figura di Sant’Antonio di Padova. Perché mai? Forse perché Sant’Antonio si è convertito al popolo. Questo uomo così dotto, così colto, un giorno viene colpito dall’esempio, dalle immagini di fraticelli da quattro soldi che sbarcavano dal Marocco, seguaci di Francesco d’Assisi; si era accorto che questa gente, in un secolo in cui c’erano tante sofisticazioni, andava alla ricerca delle cose essenziali. Antonio di Padova andò da un punto all’altro, nei villaggi, nelle città, passava come Francesco annunciando la Buona Parola, la lieta novella, la Parola di Dio. Parlava del Vangelo, insegnava il Vangelo e, come Francesco d’Assisi, chiedeva alla gente che lo mettesse in pratica sine glossa, cioè senza molte annotazioni, il Vangelo per intero così come sta scritto. Oggi la gente, i poveri gli vogliono bene per questo, perché è stato il testimone del Vangelo, è stato colui che ha presentato Gesù Cristo”. Così hanno fatto gli apostoli. Così ha fatto Francesco. E noi?
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.