«Audite, poverelle dal Signore vocate, ke da multe parte e provincie sete adunate…» (Aud: FF 263). Questo testo, il cui manoscritto è stato ritrovato presso il monastero di Novaglie (Verona), è presente nelle Fonti Francescane nella sezione dedicata alle preghiere di Francesco. Le coordinate spazio-temporali di questa lauda ci sono date dalla Compilazione d’Assisi (una delle varie biografie di San Francesco) che così narra: «Il beato Francesco soggiornò a San… Continua
Anche quest’anno ci ritroviamo in questo nostro “spazio-francescano”; sì, perché non si può parlare di Francesco, o francescanesimo, senza incontrarci con Chiara, la “piccola pianta del beatissimo padre Francesco”, come lei era solita definirsi, lei che lo aveva seguito da vicino, ne aveva assimilato lo spirito, quello vero, quello puro, lei che l’aveva conservato anche quando questo si andava perdendo o modificando. Chiara d’Assisi è certamente una delle grandi donne… Continua
Copertine in cuoio, dorsi con evidenti nervature, fermagli di chiusura, borchie. Vi sono libri, nella nostra antica biblioteca, che rinviano agli inizi della storia di questo monastero: a qualche secolo fa. Una discreta quantità di testi liturgici e di scritti di grandi maestri di spiritualità campeggiano, ben allineati e distinti per categoria, su scaffali che da anni custodiscono questi autentici tesori. Sono testi che hanno deliziato e nutrito la vita… Continua
La cucina del monastero richiama alla mente ricchezza di tradizioni e saperi culinari, di processi lavorativi, di modalità di cottura e conservazione sedimentatisi nei secoli, custoditi e tramandati dalle cuoche anziane alle giovani, ma anche l’adeguamento ad una rigorosa disciplina alimentare che di regola i monasteri hanno adottato, limitando il piacere alimentare nella convinzione che la crescita spirituale richieda anche una mortificazione corporale attraverso forme di digiuno e astinenza. Così… Continua
La sala capitolare (probabilmente dall’uso di canonici e religiosi di leggere in adunanza un capitolo della regola o un passo della Scrittura) rappresenta uno dei luoghi più importanti della vita comunitaria: essa è il luogo in cui la comunità si riunisce per decidere eventi fondanti del monastero. Ivi, infatti, viene anzitutto eletta l’abbadessa; ivi le sorelle votano l’ammissione delle postulanti, novizie professe di voti temporanei e solenni. Qui il capitolo… Continua
Ho appena finito il riordino del mattino e chiedo alla sorella inferma: «Preferisci fare adesso la colazione o la vuoi un po’ più tardi?». «Come vuoi tu, come ti fa più comodo, per me è la stessa cosa!». Questa risposta mi fa percepire tutta l’attenzione della sorella ammalata nei miei confronti! Dimenticavo di dire che la nostra infermeria è una piccola corsia di Ospedale: un corridoio con un ampio ingresso… Continua
Scrive Chiara d’Assisi nella sua Regola: «E come io, insieme con le mie sorelle, sono stata sempre sollecita nel custodire la santa povertà […] così le abbadesse che mi succederanno e tutte le sorelle, siano tenute ad osservarla inviolabilmente fino alla fine: vale a dire nel non ricevere o avere possessi o proprietà o anche qualunque cosa che ragionevolmente possa dirsi proprietà, se non quel tanto di terra che richiede… Continua
I laboratori nei monasteri richiamano quanto santa Chiara scrive nella Regola sul lavoro: «Le sorelle alle quali il Signore ha dato la grazia di lavorare, lavorino, dopo l’ora di terza, applicandosi a lavori decorosi e di comune utilità, con fedeltà e devozione, in modo tale che, bandito l’ozio, nemico dell’anima, non estinguano lo spirito della santa orazione e devozione, al quale tutte le altre cose temporali devono servire. E l’abbadessa… Continua
La vita contemplativa ha come scopo la ricerca sempre incompiuta di Dio e la comunione con Lui, nella separazione materiale dal mondo. Il contatto con l’esterno è un’eccezione alla vita ordinaria. Esso avviene generalmente in parlatorio e si riduce notevolmente nei tempi liturgici che preparano al Natale e alla Pasqua. In epoca medioevale, il termine parlatorio (locutorium) indicava un’apertura nel muro provvista di lamina perforata da fori sottili e munita… Continua
Il refettorio di S. Damiano è integralmente conservato dal tempo di S. Chiara in tutta la sua semplicità e povertà, dal pavimento alla volta, dalla porta alle tavole rattoppate qua e là per sostenere il peso degli anni. L’umile refettorio ha visto un Papa seduto alle sue mense ed ha assistito ai miracoli dell’umiltà e della carità, della provvidenza e della fraternità. Quei tavoli antichi ancora raccontano di povertà e… Continua