Lunedì VI Settimana di Pasqua
At 16,11-15 Sal 149 Gv 15,26-16,4
Gesù dona la sua vita, fino alla fine, per rivelare l’amore del Padre. Questa è la verità che lo Spirito Santo testimonia nel cuore dei discepoli. E anche loro, dice Gesù, sono chiamati a dare testimonianza di questo amore ricevuto. La parola “testimoniare” traduce il greco “martireo” e questo fa cogliere che testimoniare è lasciar trasparire, attraverso il dono della vita, l’amore ricevuto. La quotidianità, le scelte, le prove, ordinarie e straordinarie che la vita pone davanti sono il terreno dove amarci gli uni gli altri così come siamo stati amati. Chi cammina così, dietro a Gesù, può essere certo ci andare incontro, come Lui, a qualche genere di persecuzione. Questo non deve però essere motivo di scandalo o di scoraggiamento. Gesù ce lo ha già detto, perché sapessimo come Lui confidare nel Padre e nello Spirito Santo, per ricevere la grazia di perseverare nel bene.
Dalle Ammonizioni [FF 155]
Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore, che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce. Le pecore del Signore l’hanno seguito nella tribolazione e nella persecuzione, nella vergogna e nella fame, nell’infermità e nella tentazione e in altre simili cose, e per questo hanno ricevuto dal Signore la vita eterna. Perciò è grande vergogna per noi, servi di Dio, che i santi hanno compiuto le opere e noi vogliamo ricevere gloria e onore con il solo raccontarle.
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