Mercoledì fra l’Ottava di Pasqua
At 3,1-10 Sal 104 Lc 24, 13-35
“Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro” (Lc 24,15)
Il primo giorno della settimana, due discepoli, tristi e increduli, si allontanano da Gerusalemme. Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Gesù si fa accanto, si mescola con gli uomini, lasciandosi interrogare, in un atteggiamento amichevole e allo stesso tempo vero. Prende per mano i discepoli e li accompagna a comprendere il senso delle Scritture ma poi fa come per andare più lontano, lasciando piena libertà.
Dopo aver ascoltato Gesù, nel cuore dei discepoli la tristezza e le discussioni lasciano il posto al desiderio e alla preghiera: “resta con noi perché si fa sera”. A quel punto il cuore è pronto: nello spezzare il pane ora riconoscono il Maestro e alla luce della Risurrezione gustano l’ardore del cuore che c’era già prima, lungo la via. Gesù era già lì, il cuore in qualche modo lo “sentiva”, ma non erano ancora in grado di “ri-conoscerlo”.
Dalla Vita seconda scritta da Tommaso da Celano [FF 682]
Il padre [Francesco] era solito non trascurare negligentemente alcuna visita dello Spirito: quando gli si presentava, l’accoglieva e fruiva della dolcezza che gli era stata data, fino a quando il Signore lo permetteva. Così, se avvertiva gradatamente alcuni tocchi della grazia mentre era stretto da impegni o in viaggio, gustava quella dolcissima manna a varie e frequenti riprese. Anche per via si fermava, lasciando che i compagni andassero avanti, per godere della nuova visita dello Spirito e non ricevere invano la grazia.
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