Mercoledì XVI Settimana del Tempo ordinario
Gal 2,19-20 Sal 33 Gv 15,1-8
Santa Brigida religiosa, Patrona d’Europa, Festa
«Questi è il mio figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo» (Mc 9,7)
Nel vangelo di oggi ascoltiamo delle metafore legate al contesto agricolo palestinese. La vigna, nella Scrittura, ha sempre un alto valore simbolico. Ma, mentre nell’antico testamento e nei sinottici, l’immagine della vigna evoca spesso il rapporto tra Dio e il popolo Israele, in Giovanni è applicata a Cristo. La vite ha un solo ceppo, anche se molti sono i tralci: è un elemento unico, singolare, ma richiama una dimensione collettiva. Sia la vigna/Israele che la vite/Cristo hanno un unico agricoltore: il Padre, immaginato come un contadino che, con molto amore, si prende cura della sua vigna, perché porti frutto. Proprio come il tralcio, anche il discepolo non porta frutti nella sua missione se non aderendo intimamente alla persona di Cristo. Ma, mentre il tralcio non ha possibilità di scegliere questo legame, al discepolo viene posta continuamente la sfida di questa libertà, da cui dipende la sua fecondità e quella della sua comunità. Il tralcio che si stacca dalla linfa vitale viene gettato via e si secca. La Parola quotidiana equivale al nutrimento necessario per conformare a Cristo la propria vita.
Dalla Vita di Santa Chiara vergine [FF 3230] Attraverso devoti predicatori provvede per le sue figlie l’alimento della parola di Dio (…) Benché non fosse una letterata, le piaceva ascoltare le predicazioni colte, sapendo che nel guscio si nasconde il nocciolo delle parole, che lei coglieva con sottigliezza e percepiva con gusto. Sapeva cogliere, in qualsiasi frase di chi parlava, quello che giova all’anima, sapendo che ci vuole non minore prudenza per mangiare il frutto di un nobile albero che per cogliere talvolta un fiore dalla rude spina.
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