Mt 6,1-6.16-18

Semplici pratiche o segni d’amore? 

Semplici pratiche o segni d’amore? 

Mercoledì delle Ceneri
Gl 2,12-18    Sal 50    2Cor 5,20 -6,2    Mt 6,1-6.16-18

È sempre bello sentirsi accompagnati da uno sguardo amico. Ma a volte ci preoccupiamo eccessivamente e attendiamo conferme dallo sguardo degli altri. Tutti abbiamo bisogno di essere visti e amati, conosciuti e riconosciuti. Ma a volte questo desiderio ci toglie libertà. Lo sguardo del Padre è l’unico capace di restituirci sempre amore e verità, dignità, stima profonda e incondizionata. Il suo è l’unico sguardo che ci fa sentire amati e capaci di amare. Il tempo forte chi iniziamo ci chiama a vivere in modo più intenso la preghiera, l’elemosina, il digiuno. Abbiamo due possibilità, sembra dirci Gesù: eseguire delle “pratiche” formali vissute sotto lo sguardo degli altri. Oppure deciderci per gesti d’amore sinceri, consapevoli, che sappiano rispecchiare cambiamenti profondi e interiori. Il profeta descrive questo cambiamento come un vero e proprio incontro, come lo sposo e la sposa che escono dalla solitudine per donarsi il loro amore (Gl 2,16). Tutto questo però lacera il cuore. Come mai? Perché l’amore vero è impegnativo: coinvolge il nostro affetto, i pensieri e la volontà, il nostro tempo e le nostre scelte. I segni esteriori sono utili nella misura in cui ci aiutano a rendere viva la nostra relazione con il Signore.

Padre buono, tu solo vedi nel segreto.

Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 796]
Mentre si trovava presso San Damiano, il Padre fu supplicato più volte dal suo vicario di esporre alle sue figlie la parola di Dio e, alla fine, vinto da tanta insistenza, accettò. Quando furono riunite come di consueto per ascoltare la parola del Signore, ma anche per vedere il Padre, Francesco […] con la cenere, fece un cerchio sul pavimento tutto attorno alla sua persona, ed il resto se lo pose sul capo. Le religiose aspettavano e, al vedere il Padre immobile e in silenzio dentro al cerchio di cenere, sentivano l’animo invaso dallo stupore. Quando, ad un tratto, il Santo si alzò e nella sorpresa generale in luogo del discorso recitò il salmo Miserere. E appena finito, se ne andò rapidamente fuori.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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