Mt 15,29-37

Donare a piene mani

Donare a piene mani

Mercoledì I Settimana di Avvento
Is 25,6-10a   Sal 22   Mt 15,29-37

Questa moltiplicazione abbondante è un segno di cura e tenerezza di Gesù verso chi si affida a Lui. Il Signore si preoccupa di tutte le nostre debolezze, le vede, le ha a cuore e non si risparmia nel venirci in aiuto. I discepoli invece, davanti alle esigenze della folla, mettono le mani avanti, lamentando la scarsità dei loro mezzi: “Come possiamo trovare…?”. Una preoccupazione che, forse, nasconde la paura di far fatica, di dover mettersi in gioco personalmente. Spesso ci ritroviamo avari, possessivi verso quel poco che abbiamo. Non solo di beni materiali, ma anche di saperi, relazioni, energie, idee, risorse. Li teniamo stretti, chiusi dentro per paura che, condividendoli, fatichiamo troppo o perdiamo qualcosa. Gesù vuole partire da questo poco che c’è. Ci dimostra che, se donato con gioia, quel poco si moltiplica. Ci chiede di non aver paura, di imparare a “sprecare”, dare a piene mani, generosamente, senza lesinare! All’inizio di questo Avvento, disponiamoci con coraggio a “sprecare” i doni, lasciamoli andare, mettiamo a servizio le nostre risorse (anche poche), mettiamoci seriamente in gioco per il Signore e per il bene degli altri. Con gratitudine e semplicità.

Signore Gesù, dammi la luce e la sincerità per capire cosa oggi tendo a trattenere con paura, e cosa invece potrei donare con semplicità di cuore.

Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 808]
Mentre i frati versavano amarissime lacrime e si lamentavano desolati, si fece portare del pane, lo benedisse, lo spezzò e ne diede da mangiare un pezzetto a ciascuno. Volle anche il libro dei Vangeli e chiese che gli leggessero il Vangelo secondo Giovanni, dal brano che inizia: Prima della festa di Pasqua, ecc. Si ricordava in quel momento della santissima cena che il Signore aveva celebrato con i suoi discepoli per l’ultima volta, e fece tutto questo appunto a veneranda memoria di quella cena e per mostrare quanta tenerezza di amore portasse ai frati.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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