Mt 1,18-24

Parole proprio per me

Venerdì, feria propria del 18 dicembre
Ger 23,5-8          Sal 71            Mt 1,18-24

Il Padre porta a compimento la sua opera di salvezza che è progetto divino e umano allo stesso tempo. È divino perché è perfetto e frutto dell’amore trinitario. È umano perché è per l’uomo e si concretizza attraverso i “sì” di chi ha accolto la propria chiamata. L’evangelista Matteo, in particolare, ci narra la venuta del Signore attraverso san Giuseppe. Egli, fedele e giusto, trovandosi in una situazione non facile davanti alla sua gente, sceglie di credere al Signore, piuttosto che dar ascolto al dubbio e al proprio orgoglio umano. Nei suoi dilemmi e dubbi, illuminato nel sonno dall’Angelo, si lascia istruire, crede e obbedisce. Riconosce che le parole dell’Angelo sono proprio per lui, sono parole che gli indicano azioni concrete e che richiedono coraggio. La strada che il Signore ci indica è quella concreta della nostra vocazione, da percorrere con coraggio, cioè con il cuore. Sappiamo che è la strada bella e buona, perché il Signore è affidabile. Ci dona il Suo Spirito e ci rivolge parole che sono proprio per noi. Egli non ritarda nell’adempiere la sua promessa di vita piena e lieta.

Donaci Signore di comprendere e imitare sempre più la bella obbedienza di Giuseppe.

Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1032]
Appena giunto nella città più vicina, udì nella notte il Signore, che in tono familiare gli diceva: “Francesco, chi ti può giovare di più: il signore o il servo, il ricco o il poverello?”. “Il signore e il ricco”, rispose Francesco. E subito la voce incalzò: “E allora perché lasci il Signore per il servo; Dio così ricco, per l’uomo, così povero?”. Francesco, allora: “Signore, che vuoi che io faccia?”. “Ritorna nella tua terra – rispose il Signore – perché la visione, che tu hai avuto, raffigura una missione spirituale, che si deve compiere in te, non per disposizione umana, ma per disposizione divina”. Venuto il mattino, egli ritorna in fretta alla volta di Assisi, lieto e sicuro. Divenuto ormai modello di obbedienza, restava in attesa della volontà di Dio.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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