Porto sicuro per riposo sicuro (Mt 11, 28-30)
Potrebbe sembrare una pubblicità di 2000 anni fa, che funziona bene soprattutto oggi: «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò». Chi ti invita a riposare, oggi? Siamo in crisi e (quasi) tutti proni all’idolo dell’efficienza. L’agenda è il nostro partner. Ne faremo a meno, ma gli/le siamo indissolubilmente fedeli a oltranza, nostro malgrado. Riposare: voce distorta del verbo senso di colpa.
Gesù è in controtendenza. Conosce i nostri limiti, non li schiavizza, anzi. Offre ristoro, senza contropartite pesanti. Ancora, vuole sgravarci il più possibile facendosi maestro da seguire, invitandoci a mollare tutti gli atteggiamenti che non siano i suoi: «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore». Niente competizione e piedi per terra. Umano, molto umano. Finalmente.
Qui «troverete ristoro per le vostre anime». Uno che si prende cura del «dentro», che offre leggerezza senza superficialità: «Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero».
Quando metti in agenda un appuntamento con lui?
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