Lc 9,7-9

Ritorno

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Giovedì XXV Settimana del Tempo Ordinario
Ag 1,1-8   Sal 149   Lc 9,7-9
San Pio da Pietrelcina sacerdote, memoria

Sono le nostre scelte che rivelano qual è l’interesse del nostro cuore, il centro dei nostri pensieri che rivelano la verità della nostra fede. È quanto Aggeo fa presente al popolo di Israele tornato dall’esilio; pensa a molte cose ma sembra essersi dimenticato di Dio. Così, le loro azioni e le loro opere, anche prettamente umane, esprimono una mancanza di profondità. Il profeta cerca di convincere il popolo a terminare la ricostruzione del tempio e lo invita con decisione a comprendere che la vita spirituale è superiore a quella materiale. È un invito necessario anche per noi oggi chiamati sempre alla conversione, al cambiamento di pensiero, di mentalità, a cambiare direzione, rotta, per ritornare a Dio. Questa bella tensione toglie di mezzo la superficialità alla quale spesso ricorriamo per non fare fatica. È un po’ quello che ci mostra Erode che, chiuso nel suo palazzo, abituato alla sua vita piena di ingiustizie, di crimini e di vita smodata, prova solo una superficiale curiosità di vedere quel Gesù di cui si parla tanto. Erode si ferma alla superficialità di un desiderio, vuol “vedere” spiando senza entrare in relazione con Gesù, ma tantomeno con le persone che lo circondano.

Signore Gesù, donaci di saper curare la nostra vita spirituale.

Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1237]
Francesco, ormai confitto nella carne e nello spirito, con Cristo sulla croce, non solo ardeva di amore serafico verso Dio, ma sentiva la sete stessa di Cristo crocifisso per la salvezza degli uomini. E siccome non poteva camminare, a causa dei chiodi sporgenti sui piedi, faceva portare attorno per città e villaggi quel suo corpo mezzo morto, per animare tutti gli altri a portare la croce di Cristo. Diceva ai frati: “Incominciamo, fratelli, a servire il Signore Dio nostro, perché finora abbiamo combinato poco”. Ardeva anche d’un gran desiderio di ritornare a quella sua umiltà degli inizi, per servire, come da principio, ai lebbrosi e per richiamare al primitivo fervore il corpo ormai consumato dalla fatica.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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