Dal Vangelo Marco 1,40-45 In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a… Continua
“Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto e là pregava” (Mc 1,35) Sfogliando le pagine dei Vangeli, ci imbattiamo spesso in un Gesù che, prima che il buio della notte ceda il passo alle prime luci dell’alba, si ritira sul “monte” o “in luoghi solitari” per pregare. Silenzio, dato dai tempi scelti (notte o alba), e solitudine sembrano essere due… Continua
Dal Vangelo Marco 1,29-39 In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti… Continua
E’ sera e i frati della comunità si recano alla preghiera della sera, i vespri, (nella foto: siamo nella cappella interna del convento del Santo, Padova). Questo aspetto della preghiera fatta comunitariamente, in più momenti della giornata, è uno dei servizi della vita consacrata, cioè da parte di uomini e donne che consacrano-dedicano tutta la loro vita a Dio (comunemente chiamati: frati, suore, monaci e laici consacrati nel mondo) seguendo Gesù nella… Continua
L’immagine della sentinella è quella che più mi suggestiona in questo giorno tutto incentrato sul simbolo della luce. La sentinella che scruta e aspetta facendosi voce di speranza e liberazione per altri, quando scorge l’alba e chiama a raccolta le forze del giorno: la passione, la fatica, il sogno, l’impegno di uomini e donne che abitano la vita, abitano il tempio dell’esistenza, capaci di attendere, fare memoria, riconoscere. E al… Continua
Si sa, prima o poi un vaso di terracotta si romperà. È nella sua natura, e nella nostra imperizia o goffaggine. Ma capita anche che talvolta siamo noi che deliberatamente lo spezziamo o rompiamo. E magari i nostri vasi rotti e i loro cocci diventano anche più famosi di quelli integri. Per esempio, è diventato famoso, anzi famosa visto che era più esattamente una brocca, quella spezzata dal profeta Geremia… Continua
«Il Signore dette a me, frate Francesco, di incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi, e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da loro, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di animo e di corpo. E in seguito, stetti un poco e uscii dal secolo» (2Test 1-3: FF… Continua
In questa Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani può essere utile rammentare due frammenti degli scritti di Francesco d’Assisi. Egli certamente non era alieno alle tensioni che laceravano il tessuto sociale e religioso della Chiesa del suo tempo (gruppi settari, sconfinamenti dell’eresia…), tuttavia volle sempre collocarsi in dialogo obbediente con quella Chiesa che riteneva madre. Non traspaiono richiami – nei suoi testi – dell’unica profonda lacerazione già vissuta nel XI… Continua
Nella settimana che si apre all’insegna della preghiera per l’unità dei cristiani e in un tempo in cui è particolarmente urgente la riflessione sulla convivenza delle fedi, è interessante ricordare il particolare afflato ecumenico ed interreligioso di Sorella Maria di Campello (1875-1961), eremita francescana, fondatrice di una singolare e affascinante fraternità eremitica in Umbria, a Campello sul Clitunno. Prima ancora dei pronunciamenti e delle aperture del Concilio Vaticano II, Sorella… Continua
L’orto dei frati è assurto nel tempo, almeno nell’immaginario popolare, a vero e proprio “luogo mitico”. Vi ci si troverebbe la miglior verdura della zona, in virtù di non si sa quali competenze più o meno magiche del frate ortolano. O, almeno, si riconosce a costui l’invidiabile capacità di “sintonizzarsi” sia con la madre terra e i suoi ritmi, sia con il tempo atmosferico. Dall’orto, inoltre, i frati ricaverebbero erbette,… Continua