Martedì XV Settimana del Tempo Ordinario
Es 2,1-15 Sal 68 Mt 11,20-24 San Bonaventura, Vescovo e Dottore della Chiesa – memoria
“Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi” (Lc 18,1)
Gesù si rivolge alle città “nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi”, dove le malattie erano guarite e i problemi risolti. In questo clima sereno però non è avvenuta la conversione. Per questo il linguaggio di Gesù è così duro. È un linguaggio in qualche modo estremo, che il maestro usa per salvare dal male che si rischia di non vedere. Lo scopo però non è di punire, bensì di rivelare. La minaccia di Gesù, infatti, rivela il male che si sta facendo e le conseguenze a cui porta, in modo che si possa abbandonarlo e cambiare. È possibile anche una ulteriore chiave di lettura del Vangelo. Quando tutto procede bene, in serenità, in pace, senza contrasti, è possibile chiedersi se si stia rimanendo nel desiderio di Dio, se i doni che egli fa vengono impegnati per farli fruttificare nella logica del Vangelo, oppure se portano ad accomodarsi, perdendo di vista la necessità della conversione continua.
Dalle Ammonizioni [FF 147]
Mangia (…) dell’albero della scienza del bene colui che si appropria la sua volontà e si esalta per i beni che il Signore dice e opera in lui; e così, per suggestione del diavolo e per la trasgressione del comando, è diventato per lui il frutto della scienza del male. Bisogna perciò che ne sopporti la pena.
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