Venerdì II Settimana di Pasqua
At 5,34-42 Sal 26 Gv 6,1-15 Sant’Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa
“Egli è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne” (Ef 2, 14)
«Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Questo versetto è stato accostato, da alcuni biblisti, alla profezia che Caifa, sommo sacerdote, proclamò inconsapevolmente nel sinedrio, prima di condannare a morte Gesù. Predisse infatti che “Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi” (11,52). Questa riunificazione il Signore la realizza proprio nel mistero che abbiamo vissuto nei giorni della Pasqua: l’offerta della vita sulla Croce, perché i figli dispersi siano uno e nessun uomo vada perduto. Raccogliete: Gesù coinvolge i discepoli in questa stessa preoccupazione e missione. Lo Spirito del Risorto ci riunisce, riunifica tutti gli uomini. Ma ci riunifica anche interiormente, perché nulla vada perduto. Da cuore di pietra, inquieto e dissipato in mille preoccupazioni vane, a cuore di carne, puro, buono, unificato, uno con Gesù.
«Dagli eventi e dagli incontri della sua vita, Francesco esce ogni volta trasformato, ogni volta diverso, più umano, più conforme a Gesù. “Il verace amore di Cristo aveva trasformato l’amante nell’immagine stessa dell’amato” (FF 1228). (…) Il frutto di questo cammino di trasformazione è una profonda unità di cuore. Un cuore unificato è un cuore capace di amare e di soffrire insieme, capace di cogliere, in tutto ciò che accade, la possibilità di amare senza tirarsi indietro, anche quando l’esperienza dell’amore passa per quella del dolore. Anzi, cogliendo proprio lì la realtà dell’amore vero (…) Anche la morte per Francesco è un’esperienza d’amore, da vivere con lo stesso amore con cui l’ha vissuta Gesù, in unione a Lui, in conformità a Lui, trasformato in Lui». (P. Pizzaballa, da un’Omelia del Transito di San Francesco)
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