Mercoledì III Settimana di Pasqua
At 8,1-8 Sal 65 Gv 6,35-40
Io sono il pane della vita (Gv 6,35)
È tipico di Giovanni far dire a Gesù: “Io-Sono”, seguito da un predicato. Oggi come ieri il predicato è il pane, che comunica la sua vita a chi lo mangia, a chi “va da lui”.
Venire a Gesù indica il movimento della fede, che si compie nel “mangiare e bere” lui, per vivere di lui. Questo movimento della fiducia ha sempre qualcosa di commovente, perché riporre la propria fiducia in qualcuno tocca la parte più profonda della nostra umanità.
Così, fidarci del Padre, vuol dire avere un luogo di grande intimità dove tutte le nostre inquietudini diventano “affidabili”. Perché in Gesù trovano sia accoglienza sia un orizzonte che apre percorsi di vita rinnovata: le nostre domande, i nostri dubbi diventano “affidabili”, un tesoro che vissuto nel Signore trova significati di unità interiore e di comunione con gli altri.
Dalla Vita Prima di Tommaso da Celano [FF 367]
«Riponi la tua fiducia nel Signore ed Egli avrà cura di te» (Sal 54,28) . Era la frase che ripeteva ogni volta che mandava qualche frate ad eseguire l’obbedienza.
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