Dignità e Grazia
Lunedì XXIV Settimana del Tempo Ordinario
1Cor 11,17-26.33 Sal 40 Lc 7,1-10
Santi Cornelio e Cipriano, memoria
“Egli merita che tu gli conceda quello che chiede” supplicavano gli anziani del popolo. Possiamo chiederci come sarà risuonata alle orecchie di Gesù questa richiesta insistente… chi davanti a Dio può vantare pretese?! D’altra parte, invece, sappiamo bene quale stupore e gioia ha invaso il cuore di Gesù ascoltando le parole del centurione: “non sono degno…ma di’ una parola…”, come dire: se a me che sono un subalterno obbediscono i miei servi, quanto più la natura obbedirà a te che sei il Signore. Gesù è sempre “in cammino con noi”, a noi sta l’avere fede in Lui e, consapevoli del nostro essere indegni ma amati, affidarci a Lui con gratitudine.
Tu sei il bene, ogni bene , il sommo bene, Signore Dio vivo e vero.
Dalle Ammonizioni [FF 153-154]
Considera, o uomo, in quale sublime condizione ti ha posto il Signore Dio, poiché ti ha creato e formato a immagine del suo Figlio diletto secondo il corpo e a similitudine di lui secondo lo spirito […]. Anche se tu fossi più bello e più ricco di tutti, e se tu operassi cose mirabili, come scacciare i demoni, tutte queste cose ti sono di ostacolo e nulla ti appartiene, e in esse non ti puoi gloriare per niente; ma in questo possiamo gloriarci, nelle nostre infermità e nel portare sulle spalle ogni giorno la santa croce del Signore nostro Gesù Cristo.
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