Cercare il Signore
Venerdì, XXV Settimana del Tempo Ordinario
Qo 3,1-11 Sal 143 Lc 9,18-22
San Vincenzo de’ Paoli, presbitero
Comprendere, ma non fino in fondo, è l’esperienza della persona. Credere nel Signore, dire di Lui e sapere che manca sempre qualcosa, che il Mistero è ancora lì per noi! Il cammino del credente è proprio questa ricerca continua. Lo dice anche il libro del Qoelet: “Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza però che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine”. In fondo avere fede è proprio sapere chi è il Signore, senza essere mai completamente sazi di ciò che abbiamo compreso. La Parola di Dio, i sacramenti, la preghiera, la carità ci nutrono per rimanere stupiti, consolati e aperti al Mistero in questo cammino terreno.
Signore, donaci di volerti e saperti cercare sempre.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 792]
Infine, chi potrebbe spiegare o chi potrebbe capire come la sua unica gloria sia stata nella croce del Signore? Solo lo può sapere chi, unico, ha avuto la grazia di provarlo. Certo, anche se ne avessimo qualche leggera esperienza, le nostre parole, insudiciate come sono dall’uso di cose comuni e senza valore, non sarebbero in grado di esprimere così grandi meraviglie. E forse, proprio per questo, si è dovuto manifestare nella carne, perché sarebbe stato impossibile esprimerlo a parole. Parli dunque il silenzio, dove viene meno la parola, perché dove non soccorre l’espressione, anche la cosa segnata grida da sé. Solo questo ascolti l’orecchio umano, che non è ancora in tutto chiaro per qual motivo sia apparso nel santo questo mistero; infatti, quel tanto che è stato da lui rivelato non si può comprendere che in funzione del futuro. Sarà veritiero e degno di fede colui al quale saranno testimoni natura, legge e grazia.
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