Lc 21,12-19

Parola con-vincente

Parola con-vincente

Mercoledì XXXIV Settimana del Tempo Ordinario
Ap 15,1-4   Sal 97   Lc 21,12-19

La Parola di oggi sembra drammatica, ma in realtà descrive una vittoria. Giovanni dice che coloro che hanno vinto la bestia stanno in piedi sul mare. Agli uomini giusti è dato di ricevere una dignità e una gioia nuova. Non solo in paradiso, dove trionfano con tutti i martiri e i santi. C’è una vittoria silenziosa, quotidiana, semplice, di cui dobbiamo scorgere le tracce. Nel percorso – pur drammatico – che si prospetta, c’è una rassicurazione forte e netta: “nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto”. Gesù non parla dei successi grandiosi, dei “riscatti” che la mentalità del mondo ci propone. C’è una vittoria più convincente che sperimentiamo ogni volta che ci scopriamo capaci di perdere qualcosa per il bene di un fratello, di perdonare, di amare fino a sacrificare noi stessi. Ogni volta che abbiamo la forza di rimanere nelle fatiche e contraddizioni della vita senza perdere la fede, la pazienza, l’amore, scopriamo che Dio è lì con noi, ci rimane accanto con la sua presenza viva e forte, concreta e consolante.

Donaci, Padre, di perseverare nella fede e nell’amore, per essere vittoriosi e felici con te nell’eternità.

Dai Fioretti [FF 1836]
«Francesco […] chiamò frate Leone, e disse così: «Frate Lione, avvegnadiochè li frati minori in ogni terra dieno grande esempio di santità e di buona edificazione; scrivi e nota diligentemente che non è quivi perfetta letizia». […] Ma sopra tutte le grazie e doni dello Spirito Santo, le quali Cristo concede agli amici suoi, si è di vincere se medesimo e volentieri per lo amore di Cristo sostenere pene, ingiurie e obbrobri e disagi. Imperò che in tutti gli altri doni di Dio noi non ci possiamo gloriare, però che non sono nostri, ma di Dio, onde dice l’Apostolo: “Che hai tu, che tu non abbi da Dio? e se tu l’hai avuto da lui, perché te ne glori, come se tu l’avessi da te? Ma nella croce della tribolazione e dell’afflizione ci possiamo gloriare, però che dice l’Apostolo: Io non mi voglio gloriare se non nella croce del nostro Signore Gesù Cristo”. A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen».

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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