Quale ricompensa scelgo?
Lunedì XXXI Settimana del Tempo Ordinario
Fil 2,1-4 Sal 131 Lc 14,12-14
Il capo dei farisei aveva offerto un banchetto. Gesù come al solito mette in primo piano le intenzioni e invita a fare il bene guardando all’essenziale. Offrire un banchetto è una cosa bella, buona, e anche offrirlo ad amici, parenti, fratelli e vicini. Ma offrirlo nella piena gratuità, a persone non “attraenti” – come siamo noi uomini quando rimaniamo feriti dalla malattia o dalle tante forme di povertà – questo è agire “a immagine di Dio”, senza cercare nulla per sé ma donando tutto per amore dell’altro. Questa gratuità ci dona la ricompensa del Padre. La stessa ricompensa promessa anche a chi vive la preghiera, l’elemosina e il digiuno nel segreto (cf Mt 6,1ss), cioè nella gratuità della relazione con Dio, senza cercare la ricompensa nell’ammirazione degli altri.
Nelle scelte e nelle relazioni che vivremo oggi proviamo a mettere in pratica questa Parola, “sarai beato perché non hanno da ricambiarti”.
O Signore, tu solo puoi farci il dono di servirti in modo lodevole e degno; fa’ che corriamo senza ostacoli verso i beni da te promessi.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 767]
Capitò a due frati della Francia, uomini di grande santità, di incontrare Francesco; ne provarono una gioia incredibile, tanto più che da lungo tempo erano tormentati da questo desiderio. Dopo tenere effusioni di affetto e uno scambio soave di parole, furono spinti dalla loro ardente devozione a chiedere a Francesco la tonaca. Il santo se ne spogliò subito, rimanendo nudo, e gliela diede devotissimamente; poi indossò con pio scambio quella più povera di uno di loro. Era pronto a dare non soltanto simili cose, ma a dare tutto se stesso, e quanto gli veniva chiesto, lo donava con la massima gioia.
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