Mt 21,28-32

Franchezza

Franchezza

Martedì III settimana del tempo di Avvento
Sof 3,1-2.9-13   Sal 33   Mt 21,28-32
San Giovanni della Croce, sacerdote e dottore della Chiesa – memoria

La Parola di oggi è una forte sollecitazione a confidare nel Signore senza mezze misure: domanda di vigilare sulla tentazione delle risposte compiacenti alle richieste della vita e sulla fatica di accogliere la correzione che il Signore offre perché possiamo accoglierlo nella pace.
Il Signore ci consenta di vivere, mentre ci avviciniamo al Natale, la gioia del pentimento perché possiamo imparare a vivere nella logica della piccolezza.


San Giovanni della Croce, maestro della rinuncia perfetta di sé e appassionato discepolo della croce, intercedi per noi presso il Padre.

Dalla Leggenda maggiore di san Bonaventura [FF 1191]
Un cavaliere di nome Gerardo aveva perso completamente la vista. Avvenne che due frati minori, provenienti da paesi stranieri, si recassero alla sua casa per chiedere ospitalità. Furono ricevuti devotamente e trattati con ogni bontà da tutta la famiglia, per amore di san Francesco. Poi, rese grazie a Dio e all’ospite, poterono raggiungere il vicino luogo dei frati. Ma una notte il beato Francesco apparve in sogno a uno di quei frati e gli disse: «Alzati e va’ in fretta con il tuo compagno alla casa del vostro ospite. Poiché egli, accogliendo voi, ha accolto Cristo e me, io voglio ricambiare la sua beneficenza e la sua pietà. Sappi che egli è diventato cieco in castigo dei suoi peccati, che non si è ancora preoccupato di purgare con la confessione e la penitenza». Appena il padre scomparve, il frate si alzò e si affrettò con il suo compagno a compiere l’incarico ricevuto. Giunti alla casa dell’ospite, gli narrarono insieme per ordine quello che uno di loro aveva veduto. Rimase fortemente stupito quell’uomo e, dichiarando che tutto quanto gli avevano detto era vero, fece di buon animo la sua confessione e promise di emendarsi. Divenuto così interiormente un uomo nuovo, riacquistò subito anche la vista esteriore. La fama di questo miracolo si diffuse tutt’intorno e stimolò molti non solo a venerare il santo, ma anche a confessare umilmente i propri peccati e ad esercitare l’ospitalità.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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