DOMENICA 28 MARZO 2021 DOMENICA DELLE PALME – S. SISTO III PAPA
Commento biblico
Nella Domenica delle Palme la liturgia ci offre il racconto della Passione di Gesù; quest’anno secondo la narrazione dell’evangelista Marco. Egli è l’evangelista che, dopo essere stato discepolo di Paolo e poi di Pietro, scrisse per la comunità cristiana di Roma. La sua prosa è essenziale e non è infarcita di riferimenti più o meno espliciti alla tradizione giudaica presenti negli altri sinottici, soprattutto in Matteo; perciò la sua narrazione è piana e lineare. Il racconto della Passione è come la conclusione che Marco ha preparato fin dall’inizio. Il segreto è un elemento narrativo che permea il suo Vangelo e che si osserva anche nel momento della morte di Gesù: sembra quasi che Dio sia presente ma resti in silenzio davanti a questa crocifissione. Le tenebre dominano la scena (Mc 15, 33) e, contrariamente all’evangelista Giovanni, qui le tenebre sono il segno della presenza di Dio, così come accade in altri passi della Bibbia. Solo per fare un esempio si pensi alla nube che accompagna il popolo di Israele all’uscita dall’Egitto:
luminosa dalla parte del popolo eletto, tenebrosa dalla parte degli egiziani. La presenza divina si fa poi voce che irrompe nella scena quando il centurione pronuncia la sua professione di fede: “«Veramente costui era il Figlio di
Dio!». Nel mezzo vi è il grido di Gesù: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi
hai abbandonato?»”. Gesù cita il Salmo 22 per esprimere il suo senso di abbandono da parte del Padre e qui direi che l’incarnazione tocca il suo apice. Egli si fa pienamente solidale con noi, per un Padre che rimane muto in questo dolore.
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