Non sarà vistoso | Leggere la parola di Dio con S. Francesco e S. Chiara nella vita di tutti i giorni
Lc 17,20-25

Non sarà vistoso

Non sarà vistoso

Giovedì XXVIII Settimana del Tempo Ordinario
Fm 1,7-20   Sal 145   Lc 17,20-25
San Giosafat, memoria

I farisei chiedono “quando verrà il regno di Dio”, credendo che esso derivi dall’osservanza perfetta della legge. Quante volte capita anche a noi di stare con domande che appaiono serie e nobili, ma che sono un inganno per la nostra vita spirituale. Ai farisei Gesù fa fare un passo indietro perché aprano una domanda più vera: cosa è il Regno di Dio?
“Forse il Regno di Dio è una struttura tutta ben fatta, tutto in ordine, organigrammi ben fatti, … e quello che non entra lì, non è nel Regno di Dio. No. Con il Regno di Dio accade lo stesso che può accadere con la Legge: il fissismo, la rigidità … Il Regno di Dio è in cammino. Non è fermo. Il Regno di Dio si fa tutti i giorni” (papa Francesco).
Si fa con i gesti concreti di amore verso sé e verso gli altri. Per questo “non sarà vistoso”, né è questione di tempo o di luogo. Si, è discreto, perché il Regno è Gesù o, meglio, la relazione che noi abbiamo con Lui e con tutti i suoi figli, nostri fratelli. E i segni saranno umili, silenziosi, miti come è il bene evangelico. Per questo abbiamo bisogno dello Spirito Santo, dobbiamo chiedere la docilità allo Spirito: solo così saranno segni connotati da quella fine delicatezza relazionale che troviamo nella lettera a Filemone: quando noi vediamo questo segno fra qualcuno, proviamo “grande gioia e consolazione”.

Ci conceda il Padre di essere questo segno di delicatezza e di impegnarci a fare il Regno di Dio ogni giorno.

Dalle Ammonizioni [FF 161]
A questo segno si può riconoscere il servo di Dio, se ha lo spirito del Signore: se, quando il Signore compie, per mezzo di lui, qualcosa di buono, la sua “carne” non se ne inorgoglisce – poiché la “carne” è sempre contraria ad ogni bene – ma piuttosto si ritiene ancora più vile ai propri occhi e si stima più piccolo di tutti gli altri uomini.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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