Domenica 1 novembre 2020, TUTTI I SANTI
Dal Vangelo
Matteo 5,1-12a
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Dalle Fonti
Leggenda Maggiore II,2: FF 1041
Sentendosi, così, ricolmo di una grandissima gioia, incominciò a rimproverare se stesso per la propria pusillanimità e viltà e, lasciato il nascondiglio e scacciata la paura, affrontò il cammino verso Assisi. I concittadini, al vederlo squallido in volto e mutato nell’animo, ritenendolo uscito di senno, gli lanciavano contro il fango e i sassi delle strade, e, strepitando e schiamazzando, lo insultavano come un pazzo, un demente. Ma il servo di Dio, senza scoraggiarsi o turbarsi per le ingiurie, passava in mezzo a loro, come se fosse sordo. Quando suo padre sentì quello strano baccano, accorse immediatamente, non per liberare il figlio, ma piuttosto per rovinarlo: messo da parte ogni sentimento di pietà, lo trascina a casa e lo perseguita, prima con le parole e le percosse, Poi mettendolo in catene. Però quest’esperienza rendeva il giovane più pronto e più deciso nel mandare a compimento l’impresa incominciata, perché gli richiamava quel detto del Vangelo: Beati quelli che sono perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli (Mt 5,10).
Alla vita
Ciascuno di noi è abituato a cercare il proprio benessere. Di solito cerchiamo di fare ciò che ci conviene e di evitare ciò che non ci conviene, come anche cerchiamo di stare sereni, in tranquillità. Tutto questo, che pure è un dinamismo interiore umanamente comprensibile, non va d’accordo né con la giustizia né con il Vangelo, perché quasi sempre operare il bene non è conveniente, anzi provoca persecuzioni e sofferenze fino a togliere la pace. Beati noi, allora, se ameremo di più il Vangelo della nostra tranquillità personale e se invece di chiederci cosa ci convenga ci chiederemo semplicemente ciò che è giusto e lo sceglieremo. Forse non saremo tranquilli né felici come non lo possono essere i perseguitati, ma saremo liberi di amare, perché non saremo schiavi della paura di perdere ciò che abbiamo o di soffrire.
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