Gv 19,25-27

La presenza nell’assenza

La presenza nell’assenza

Martedì XXIV Settimana del Tempo Ordinario
Eb 5,7-9   Sal 30   Gv 19,25-27
Beata Vergine Maria Addolorata, memoria

Al centro della liturgia di oggi ci sono delle parole per noi non proprio spontanee: ascoltiamo di patire, stare presso la croce come Maria addolorata, offrire con le lacrime come Gesù nella passione. Eppure è come la continuazione della festa di ieri, con un invito a guardare e imparare da Maria. Cosa fa la festa? Possiamo individuare il segno di questa festa nell’espressione “l’accolse con sè”. La festa della croce è la festa dell’immensità dell’amore di Dio che accoglie tutti nella sua dolcezza; la memoria di oggi è la consolazione di poter condividere il dolore con chi ci vuole bene e accoglie la nostra pena. Il dolore, il patire, le lacrime sono segno chiaro di un’assenza che fa male; la compassione che riceviamo nel dolore esprime una presenza che consola, che intesse legami di amore sincero che mai muore.
Noi spesso abbiamo la percezione che il dolore, le umiliazioni della vita siano solo vuoto e crudeltà: in esse siamo chiamati a confidare nel Signore che ha vinto la morte e ad avere occhi ed orecchi per riconoscere chi è pronto ad accogliere con sé la nostra fatica. 

Ci conceda il Padre di essere anche noi coloro che “accolgono con sé” le fatiche altrui, con vera compassione. 

Lettera a frate Leone [FF 249-250]
Frate Leone, il tuo frate Francesco ti augura salute e pace. Così dico a te, figlio mio, come una madre: che tutte le parole, che ci siamo scambiate lungo la via, le riassumo brevemente in questa sola frase e consiglio anche se dopo ti sarà necessario tornare da me per consigliarti – poiché così ti consiglio: in qualunque maniera ti sembra meglio di piacere al Signore Dio e di seguire le sue orme e la sua povertà, fatelo con la benedizione del Signore Dio e con la mia obbedienza. E se ti è necessario per il bene della tua anima, per averne altra consolazione, e vuoi, o Leone, venire da me, vieni!

Avatar photo
ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

Ancora nessun commento.

Lascia un commento

Registrati
Esegui Login
Messaggero di Sant'Antonio