Se vuoi
Venerdì XII Settimana del Tempo Ordinario
2Re 25,1-12 Sal 136 Mt 8,1-4
Un uomo malato di lebbra si avvicina a Gesù: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Cosa possiamo dedurre da questa espressione? Quest’uomo è cosciente della sua situazione, riconosce il bisogno di essere sanato. La lebbra, inoltre, era una malattia che solamente Dio poteva guarire. Lui è un uomo illuminato, riconosce la divinità di Gesù. Sa con chi ha a che fare, crede in Lui e lo invoca con fermezza ma nell’umiltà, lasciando al Signore la decisione: così viene esaudito. La lettera agli Ebrei, riguardo a questo, ci dice: «Senza la fede è impossibile essergli graditi; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano» (11,6). Quindi, quando cadiamo nel peccato, quando abbiamo bisogno di essere sanati, ravvediamoci e andiamo da Gesù, con umiltà e fiducia nel suo Amore misericordioso. Lui può e vuole profondamente purificare la nostra vita.
Signore Gesù, donaci l’umiltà di affidarci sapendo che Tu ci risani in modo unico e secondo quanto serve ad ognuno.
Dalle Cronache di Danimarca [FF 2315]
Si legge che questo servo di Dio abbia guarito due lebbrosi, uno dei quali era anche paralitico e fu sanato da ambedue le malattie. Molte altre infermità senza numero guarì con la potenza di Cristo. Perciò così si canta di lui in una prosa rimata: salve, splendore dei poveri.
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