Domenica 24 maggio 2020, ASCENSIONE DEL SIGNORE
Dal Vangelo
Matteo 28,16-20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi pero dubitarono. Gesù si avvicino e disse loro: “A me e stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.
Dalle Fonti
1 Celano 64: FF 435
Gualfreduccio, cittadino di Città della Pieve, uomo pio e timorato di Dio, come tutta la sua famiglia, era in possesso di una corda, di cui una volta si era servito san Francesco per cingersi i fianchi. Capitò che parecchi abitanti di quella contrada, uomini e donne, fossero colpiti da varie infermità e febbri, e Gualfreduccio andava nelle loro case, e dava da bere agli ammalati dell’acqua in cui aveva immerso quella corda o qualche sfilacciatura di essa, e tutti recuperavano la salute nel nome di Cristo. Questi sono un saggio dei miracoli che accadevano in assenza del beato padre; ma ne avvenivano assai più numerosi, che non basterebbe neppure un lungo discorso a narrarli tutti. Di quelli poi che Dio operò con la sua presenza ne riferiremo qualcuno in quest’opera.
Alla vita
Nella Galilea, terra considerata impura, terra di missione, Gesù richiama i suoi, in uno spazio dal forte impatto simbolico: il monte, luogo per eccellenza della rivelazione di Dio, della Legge, delle beatitudini, luogo della Trasfigurazione. Qui i discepoli sperimentano ciò che spesso sperimentiamo noi: adorazione-attrazione per Lui e insieme dubbio e fatica di riconoscerlo. Ma è nell’adorazione che il dubbio si chiarifica, lascia il posto a una parola sensata da accogliere: per i discepoli è una direzione, un senso. Gesù non li rimprovera per la loro incredulità, ma li mette in cammino, li invia a tutti: raggiungere tutti è il Suo potere e in forza di questo i discepoli possono ascendere anche loro dalla propria fragilità, dai propri tentennamenti, a una missione così grande. Perché Colui che ascende è Lui che discende ad attirarci là dove possiamo guardare il mondo secondo la prospettiva del Suo Amore.
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