Umiltà irresistibile | Leggere la parola di Dio con S. Francesco e S. Chiara nella vita di tutti i giorni
Mc 9,30-37

Umiltà irresistibile

Umiltà irresistibile

Martedì VII Settimana del Tempo ordinario
Giac 4,1-10   Sal 54   Mc 9,30-37

Quanta bontà e mitezza comunica Gesù mentre accompagna i suoi discepoli, mentre li ascolta e li accoglie nelle loro fragilità umane.
Quanto amore anche quando annuncia la sua passione e la offre a noi come criterio regale di ogni discernimento.
Ogni volta che cerchiamo i primi posti, ogni volta che vogliamo apparire e imporci sugli altri, in fondo, stiamo dicendo la nostra profonda incomprensione della croce. Gesù non si scoraggia. Continua ad educarci e ci ricorda che “se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti” (Mc 9,36) e, così facendo, riceve la grazia di Dio, perché egli non resiste agli umili.

Donaci la grazia dell’umiltà, o Padre.

Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 585]
Fu liberato dalla prigione poco tempo dopo e divenne più compassionevole con i bisognosi. Propose anzi di non respingere nessun povero, chiunque fosse e gli chiedesse per amor di Dio. Un giorno incontrò un cavaliere povero e quasi nudo: mosso a compassione, gli cedette generosamente, per amor di Cristo, le proprie vesti ben curate, che indossava.
È stato, forse, da meno il suo gesto di quello del santissimo Martino? Eguali sono stati il fatto e la generosità, solo il modo è diverso: Francesco dona le vesti prima del resto quello invece le dà alla fine, dopo aver rinunciato a tutto. Ambedue sono vissuti poveri ed umili in questo mondo e sono entrati ricchi in cielo. Quello, cavaliere ma povero, rivestì un povero con parte della sua veste, questi, non cavaliere ma ricco, rivestì un cavaliere povero con la sua veste intera. Ambedue, per aver adempiuto il comando di Cristo, hanno meritato di essere, in visione, visitati da Cristo, che lodò l’uno per la perfezione raggiunta e invitò l’altro, con grandissima bontà, a compiere in se stesso quanto ancora gli mancava.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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