Domenica 21 luglio 2019, XVI TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo
Luca 10, 38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti ». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Dalle Fonti
Leggenda di Santa Chiara 4: FF 3159-3160
Aveva il gusto della santa orazione e la coltivava assiduamente: e impregnandosi spesso della soave fragranza della preghiera, vi imparava poco a poco a condurre una vita verginale. Non avendo filze di grani da far scorrere per numerare i Pater noster, contava le sue preghierine al Signore con un mucchietto di pietruzze. Quando dunque cominciò ad avvertire i primi stimoli del santo amore, ritenne spregevole il perituro e falso fiore della mondanità, istruita dall’unzione dello Spirito Santo ad attribuire scarso valore alle cose che ne hanno poco. E infatti sotto le vesti preziose e morbide portava nascostamente un piccolo cilicio, apparendo al di fuori adorna per il mondo, ma rivestendosi interiormente di Cristo (cfr Rm 13,14; Gal 3,27). Infine, volendola i suoi accasare nobilmente, non acconsentì in alcun modo: ma, fingendo di voler rimandare a più tardi le nozze terrene, affidava al Signore la sua verginità.
Alla vita
Marta e Maria: noi da che parte stiamo? Sì, perché è naturale che, quando hai un invitato, devi preparare cose buone da portare a tavola. C’è da lavorare tanto e non si può perdere tempo! Preghiera o azione, fede o opere… è il dubbio che percorre l’esperienza di molti di noi: che fare? Andare in missione, lavorare in parrocchia, essere attivi e servire alla Chiesa, oppure andare in chiesa a pregare, adorare, moltiplicare le preghiere?… possibile che il Signore ci chieda di fare una scelta netta e, soprattutto, possa dare priorità ad un aspetto rispetto all’altro? La scena riportata nella pagina evangelica ci vuole dire qualcosa di più: non sarà che il credente debba scegliere sempre il Cristo, la parte migliore, e, con Lui, in Lui, per Lui, servire i fratelli come frutto di ascolto della Parola? Coltivare la preghiera nell’ascolto di quanto Gesù dice, non significa restare inermi, ma significa donare la propria vita a servizio dei fratelli, magari anche nel silenzio orante di un monastero, come ha fatto Chiara d’Assisi. Non è l’agitarsi, con l’ansia di fare molte cose, che dà senso al dono di sé, ma la scelta di fondo, il motore che mi mette in movimento per andare all’altro, perché non conta quanto si fa, ma se lo si fa nell’amore.
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