Domenica 23 giugno 2019, SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO
Dal Vangelo
Luca 9,11b-17
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
Dalle Fonti
Leggenda dei tre compagni 60: FF 1471
Molti, abbandonando il padre e la madre e ogni loro avere, seguivano i frati indossando il saio dell’Ordine. Allora fu davvero inviata sulla terra la spada della separazione, quando i giovani si facevano religiosi, lasciando i genitori nelle miserie di questo mondo. Quelli che venivano ricevuti nell’Ordine erano condotti da Francesco, per ricevere dalle sue mani l’abito religioso con umiltà e devozione.
Alla vita
Il bene e il bello sono categorie di quei valori attrattivi per virtù propria. Non si può non innamorarsi del bello e del buono ogni volta che li si incontra. La bellezza non può non risplendere ed attrarre e noi non possiamo non cercarla e desiderarla. Siamo fatti per la bellezza, proveniamo da essa e la cerchiamo in tutte le forme e in tutti i modi che possiamo. E’ al centro di ogni nostro desiderio e di ogni nostra passione, anche quando esprimiamo le nostre ricerche in modi non adeguati o deformati dalle nostre ferite e dai nostri inganni. Siamo cercatori del buono e del bello e quando li incontriamo, non possiamo che esserne attratti, ce ne innamoriamo. “C’erano circa cinquemila uomini” e “Molti seguivano i frati indossando il saio”. Non stupiscono le folle che accorrono, le moltitudini che si affollano. Ma c’è un momento in cui le folle, le moltitudini sono messe alla prova: é il momento in cui la bellezza si scontra con il limite, con ciò che sembra essere il suo esatto contrario. Le parole del Salmo: “Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo” sembrano scontrarsi con quelle di Isaia: “Non c’è in lui apparenza né bellezza da attirare il nostro sguardo”. Allora le folle e le moltitudini svaniscono e rimane per ognuno il percorso pasquale come possibile crescita e scoperta di una bellezza mite e dolcissima che trasforma il limite in perfetta letizia.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.