Giovedì 1 novembre 2018, TUTTI I SANTI
Dal Vangelo
Matteo 5,1-12a
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Dalle Fonti
Quarta lettera di S. Chiara ad Agnese 19-27: FF 2904-2905
Mira, in alto, la povertà di Colui che fu deposto nel presepe e avvolto in poveri pannicelli. O mirabile umiltà e povertà che dà stupore! Il Re degli angeli, il Signore del cielo e della terra, è adagiato in una mangiatoia! Vedi poi, al centro dello specchio, la santa umiltà, e insieme ancora la beata povertà, le fatiche e pene senza numero ch’Egli sostenne per la redenzione del genere umano. E, in basso, contempla l’ineffabile carità per la quale volle patire sul legno della croce e su di essa morire della morte più infamante. Perciò è lo stesso specchio che, dall’alto del legno della croce, rivolge ai passanti la sua voce perché si fermino a meditare: O voi tutti, che sulla strada passate, fermatevi a vedere se esiste un dolore simile al mio; e rispondiamo, dico a Lui che chiama e geme, ad una voce e con un solo cuore: Non mi abbandonerà mai il ricordo di te e si struggerà in me l’anima mia. Lasciati, dunque, o regina sposa del celeste Re, bruciare sempre più fortemente da questo ardore di carità!
Alla vita
Il famoso inizio del discorso della montagna proclama che l’uomo beato, quello bello, voluto da Dio all’inizio, quando lo pensò a sua immagine, è colui che desidera e vive in sé la povertà di spirito, cioè l’umiltà, la mitezza, la giustizia, la misericordia, la purezza di cuore, i pacifici. Con quelle caratteristiche di fatto Gesù parlava di sé, tratteggiando le caratteristiche del nuovo e definitivo Adamo. Chiara aveva capito tutto ciò e sapeva che l’immagine dell’uomo nuovo risplendeva sulla croce. E dunque esorta la sorella Agnese a guardare in quello specchio per contemplare la bellezza nella quale tutte le altre forme dello splendore divino sono riassunte: l’umiltà e la radicalità dell’amore. Ricordare i santi significa guardare a coloro che hanno incontrato questa bellezza mostrandola come possibile agli altri.
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