Mercoledì 13 giugno 2018, S. ANTONIO DI PADOVA
Dal Vangelo
Marco 16,15-20
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Dalle Fonti
2 Celano 201: FF 789
Ardeva di amore in tutte le fibre del suo essere verso il sacramento del Corpo del Signore, preso da stupore oltre ogni misura per tanta benevola degnazione e generosissima carità. Riteneva grave segno di disprezzo non ascoltare ogni giorno la Messa, anche se unica, se il tempo lo permetteva. Si comunicava spesso e con tanta devozione da rendere devoti anche gli altri. Infatti, essendo colmo di reverenza per questo venerando sacramento, offriva il sacrificio di tutte le sue membra, e, quando riceveva l’agnello immolato (Cfr 1Pt 1,19), immolava lo spirito in quel fuoco, che ardeva sempre sull’altare (Cfr Lv 6,12) del suo cuore. Per questo amava la Francia, perché era devota del Corpo del Signore, e desiderava morire in essa per la venerazione che aveva dei sacri misteri. Un giorno volle mandare i frati per il mondo con pissidi preziose, perché riponessero in luogo il più degno possibile il prezzo della redenzione, ovunque lo vedessero conservato con poco decoro.
Alla vita
Oggi è per noi – e non solo per noi – un giorno speciale, memoria cara di Antonio di Padova, grande santo francescano dottore della Chiesa che tanto fece per diffondere tra le genti la Parola di Dio e il suo amore, come ben sintetizza il binomio a lui associato, “Vangelo e Carità”. Amico fidato e intercessore potente di tantissimi, in particolare noto nella sua raffigurazione con Gesù bambino in braccio, è meno conosciuto per la sua biografia. Interpretò al meglio l’invito di Gesù nel Vangelo di oggi a “partire e predicare dappertutto” la Buona Notizia. Fattosi frate francescano, Antonio si immaginava predicatore tra i “saracini” in Marocco, ma il Signore aveva altri progetti. Il suo ministero di predicazione lo avrebbe portato invece in Francia e in Nord Italia, dove a 36 anni spirò, alle porte di Padova, mormorando le parole “Vedo il mio Signore”. La Chiesa riconobbe subito il tesoro della sua vita buona, e, infatti, è il santo più “veloce” della storia, canonizzato ad appena undici mesi da quel 13 giugno 1231.
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