Domenica 6 maggio 2018, VIª DI PASQUA
Dal Vangelo
Giovanni 15,9-17
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Dalle Fonti
2 Celano 171: FF 757
Alla Porziuncola, su un fico posto accanto alla cella del Santo stava una cicala, che cantava frequentemente con la soavità consueta. Un giorno il Padre, allungando verso di lei la mano, la invitò dolcemente: «Sorella mia cicala, vieni a me!». Come se comprendesse, subito gli volò sulle mani, e Francesco le disse: «Canta, sorella mia cicala, e loda con gioia il Signore tuo creatore!». Essa obbedì senza indugio. Cominciò a cantare e non cessò fino a quando l’uomo di Dio unì la propria lode al suo canto, e le ordinò di ritornare al suo posto. Qui rimase di continuo per otto giorni, come se vi fosse legata. Quando il Padre scendeva dalla cella, l’accarezzava sempre con le mani e le ordinava di cantare. Ed essa era sempre pronta ad obbedire al suo comando. «Diamo ormai licenza alla nostra sorella cicala – disse un giorno Francesco ai suoi compagni – ci ha rallegrati abbastanza fino ad ora con la sua lode: la nostra carne non deve trovarvi un motivo di vanagloria». E subito avuta la sua licenza, si allontanò e non si rivide più in quel luogo. Davanti a questi fatti, i frati rimanevano grandemente ammirati.
Alla vita
Domanda della domenica: come “siamo messi a gioia”? Proviamo a tirare qualche conseguenza da quanto abbiamo letto tra Vangelo e Fonti (e con nelle orecchie alcune affermazioni di papa Francesco…): sembra di capire che non esista un discepolo senza gioia! Ancora: più uno è santo, più è felice! E certi musi lunghi in chiesa (e non solo lì!) non hanno ragione di essere, o meglio, sono una tentazione da mettere da parte e da combattere. Ogni scusa sembra non essere accettabile, del tipo siamo troppo pochi, scalcinati, fa freddo, fa caldo, il prete non sa predicare, ci si annoia, i canti non sono all’altezza, una volta sì che… Buona domenica di gioia!
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.