Domenica 27 maggio 2018, SS. TRINITÀ
Dal Vangelo
Matteo 28,16-20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Dalle Fonti
2 Celano 190: FF 776
Mentre Francesco passava accanto ad un borgo nelle vicinanze di Assisi, gli andò incontro un certo Giovanni, uomo semplicissimo che stava arando nel campo, e gli disse «Voglio che tu mi faccia frate, perché da molto tempo desidero servire Dio». Il Santo ne provò gioia, considerando la sua semplicità, e rispose secondo il suo desiderio: «Se vuoi, fratello, diventare nostro compagno, dà ai poveri ciò che possiedi (Mt 19,21) e ti accoglierò dopo che ti sarai espropriato di tutto». Immediatamente scioglie i buoi e ne offre uno a Francesco. «Questo bue – dice – diamolo ai poveri! Perché questa è la parte che ho diritto di ricevere dai beni di mio padre ». Il Santo sorrise e approvò la sua grande semplicità. Appena i genitori e i fratelli più piccoli seppero la cosa, accorsero in lacrime, addolorati più di rimanere privi del bue che del congiunto. «Coraggio! (Bar 4,27) – rispose loro il Santo – ecco, vi restituisco il bue e mi prendo il frate». Lo condusse con sé, e dopo averlo vestito dell’abito religioso, lo prese come compagno particolare in grazia della sua semplicità.
Alla vita
Oggi si celebra la festa della santissima Trinità, tra i misteri cristiani l’“Everest della fede”, come è stato definito. Lasciamo a commentatori più attrezzati il compito di parlarne, e cogliamo il suggerimento offerto da fra Raniero Cantalamessa (appoggiandosi su un’immagine usata da sant’Agostino): “Noi non possiamo abbracciare l’oceano, ma possiamo entrare in esso; per quanti sforzi facciamo, non possiamo abbracciare il mistero della Trinità con la nostra mente, possiamo però fare qualcosa di più bello ancora, entrare in esso!”. Con l’adorazione, con la preghiera del Gloria al Padre, con il segno della croce, da tracciare sul proprio corpo senza fretta e con un po’ più di attenzione rispetto a come troppo spesso si fa… Del gustoso episodio delle Fonti ci preme invece sottolineare la libertà con la quale i due protagonisti si muovono. La semplicità cristiana, quella che cioè vede l’essenziale, ti porta a scegliere di volta in volta il bene più grande, passando sopra le “regole” e mettendo in secondo piano ciò che è giusto rimanga sullo sfondo. Provare per credere! (E credere, per provare…).
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