Il Vangelo come forma di vita. Qualche nota sulla Regola di Chiara (capitoli 1-5)

Il Vangelo come forma di vita.  Qualche nota sulla Regola di Chiara (capitoli 1-5)

La Regola scritta da Chiara, è un testo che mette “nero su bianco” l’esperienza di vita da lei già lungamente sperimentata a San Damiano insieme alle Sorelle che il Signore le aveva donato. Ma perché codificare un’esperienza di vita? Certo per autenticarla e proteggerla attraverso un’approvazione ufficiale chiesta con insistenza alla Madre Chiesa. Il primo riconoscimento arriva dal Cardinal Protettore dell’Ordine dei frati minori (oggi diremmo dal delegato del Papa per la vita religiosa), un OK ufficiale già di notevole valore. Ma Chiara non si ferma, insiste perché la sua Forma di vita venga approvata dal Papa in persona. La bolla tanto attesa giunge finalmente a San Damiano a pochi giorni dalla morte della Santa che la bacia con gratitudine e gioia: ora il dono della vocazione ricevuta dal Padre delle misericordie è deposto e custodito nel tesoro della Chiesa!
Vediamo ora cosa contiene questa Forma di vita: ascoltando direttamente Chiara, già dall’incipit possiamo capire molte cose: «La forma di vita dell’Ordine delle Sorelle Povere, istituita dal beato Francesco è questa: Osservare il santo Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità» (RsC 1,1-2: FF 2750). Chiara sceglie di definire la sua fraternità “Ordine delle Sorelle Povere”, due paroline che descrivono in modo essenziale la vocazione ricevuta: vivere come sorelle in santa unità e in altissima povertà. Questa vita da sorelle prende forma, innanzitutto, dall’ osservare il santo Vangelo, conformando l’esistenza, nella sua quotidianità, al Signore Gesù obbediente al Padre, povero, e casto. Tutto il testo della Regola declina questa indicazione generale nelle varie situazioni di vita della Fraternità. Per esempio, al capitolo 2 è descritto l’iter per «quelle che vogliono abbracciare questa vita»: qui la santa unità si esprime in questo modo: «L’abbadessa sia tenuta a chiedere il consenso di tutte le sorelle e se la maggior parte acconsentirà la si possa accettare». A colei che chiede di entrare a far parte della fraternità, «se sarà idonea, le si dica la parola del santo Vangelo: che vada e venda tutto ciò che è suo e procuri di distribuirlo ai poveri» (RsC 2, 8: FF 2757).
Il Vangelo e la Parola di Dio vengono ricordati anche al capitolo 4, quando si descrive un altro momento fondamentale della vita comunitaria: l’elezione dell’abbadessa, cioè di colei che dovrà prendersi cura di guidare la comunità. Chiara chiede alle Sorelle di invitare «il ministro generale o provinciale dell’Ordine dei frati minori, che mediante la Parola di Dio le formi alla perfetta concordia e alla comune utilità nell’elezione da farsi» (RsC 4,3: FF 2773). L’aiuto fondamentale che Chiara si aspetta dai frati è quello di annunciare la Parola di Dio, per rimettere al centro della fraternità il Signore, il suo modo di agire e di vedere, in modo da purificare i cuori dalla tentazione, sempre in agguato, di ricercare interessi personali e di restringere il mondo a quel piccolo grande IO che vorrebbe essere il centro dell’universo. Al contrario, con il cuore purificato dalla Parola di Dio, le sorelle potranno essere libere di cercare quella comune utilità che fa da filo conduttore a tutto il capitolo e all’intera Regola.
Mi piace sottolineare l’abilità e l’equilibrio con cui Chiara mette in dialogo il principio della comune utilità e della santa unità con l’attenzione ad ogni singola sorella: tra i compiti della Madre Abbadessa, infatti, c’è anche quello di valutare la capacità di ciascuna nell’affrontare, ad esempio, il freddo (cap. 2) o il digiuno (cap 3).
Al cap.5 è descritto Il clima di preghiera e di silenzio, sempre armonizzato dalla carità fraterna; esso viene custodito dalla clausura (cap. 5) che ha lo scopo di orientare l’attenzione a Dio, unico e sommo Bene…
Ma per questa puntata sono già stata abbastanza lunga! Proseguiremo con la lettura della Regola nei mesi prossimi!

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ARTICOLO DI: Clarisse urbaniste

“Sorelle Clarisse – Federazione urbanista. Donne che hanno scelto di seguire più da vicino Gesù, seguendo la testimonianza di vita di san Francesco e santa Chiara, nella vita fraterna, nella povertà e nella preghiera quotidiana. «Dietro una grata», come semplificando si sente dire dai più, per cercare di immaginarsi cosa sia la clausura e la vita contemplativa. La Federazione di Santa Chiara d’Assisi delle Monache Clarisse Urbaniste d'Italia è formata dai Monasteri che professano la Regola delle Suore di S. Chiara promulgata da Papa Urbano IV nel 1263. Da qui il nome di Clarisse Urbaniste. Siamo dislocate in tutta Italia e abbiamo 3 monasteri all’estero: in Venezuela, Messico e Romania. Info: www.clarisse.it”

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