Domenica 14 gennaio 2018, IIª DOMENICA TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo
Giovanni 1,35-42
In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
Dalle Fonti
2 Celano 102: FF 689
Quantunque questo uomo beato non avesse ricevuta nessuna formazione di cultura umana, tuttavia, istruito dalla sapienza che discende da Dio (Cfr Col 3,1-3) e, irradiato dai fulgori della luce eterna, aveva una comprensione altissima delle Scritture. La sua intelligenza, pura da ogni macchia, penetrava le oscurità dei misteri (Cfr Col 1,26), e ciò che rimane inaccessibile alla scienza dei maestri era aperto all’affetto dell’amante. Ogni tanto leggeva nei Libri Sacri, e scolpiva indelebilmente nel cuore ciò che anche una volta sola aveva immesso nell’animo. «Per lui, la memoria teneva il posto dei libri», perché il suo orecchio, anche in una volta sola, afferrava con sicurezza ciò che l’affetto andava meditando con devozione. Affermava che questo metodo di apprendere e di leggere è il solo fruttuoso, non quello di consultare migliaia e migliaia di trattati. Riteneva vero filosofo colui che non antepone nulla al desiderio della vita eterna. Affermava ancora che perviene facilmente dalla scienza umana alla scienza di Dio (Pr 2,5), colui che, leggendo la Scrittura, la scruta più con l’umiltà che con la presunzione. Spesso scioglieva con una sola frase questioni dubbie e senza profusioni di parole dimostrava grande intelligenza e profonda penetrazione.
Alla vita
“Dove dimori?” ovvero: “Dove ti si può trovare, Signore? Dove resti nascosto cosicché nella mia vita di tutti i giorni io non riesca a scorgerti? Dove ti rintani lontano dalla comprensione degli uomini, a tal punto che per quanto io cerchi di scervellarmi per capire la tua verità, essa rimane per me inaccessibile?” “Venite e vedrete!” ovvero: “Non mi si può incontrare se non si è prima disposti a mettersi in viaggio. Non mi puoi possedere se prima non hai un po’ perso te stesso. Non riuscirai a vedere il mio volto, se prima non avrai un po’ smesso di guardare il tuo…”
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