Mercoledì 4 ottobre 2017, SAN FRANCESCO D’ASSISI
Dal Vangelo
Matteo 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Dalle Fonti
2 Celano 32: FF 619
Vi era un altro frate assai stimato dagli uomini, ma ancora più ricco di grazia presso Dio. Invidioso dei suoi meriti, il padre di ogni invidia pensò di tagliare alle radici l’albero, che sembrava ormai toccare il cielo (Cfr Gen 28,12) e strappargli di mano la corona. Gli gira attorno, lo turba, scuote e vaglia le sue attitudini per trovare un inciampo adatto al frate. Gli immette così nell’animo il desiderio di isolarsi sotto pretesto di maggiore perfezione, affinché cada più facilmente quando gli piomberà addosso, e trovandosi solo non abbia chi lo sollevi nella caduta (Cfr Qo 4,10). In breve, si stacca dalla vita religiosa dei fratelli, e se ne va per il mondo forestiero e pellegrino. Dall’abito che portava ricavò una piccola tonaca, col cappuccio non cucito, e così se ne andava errabondo, disprezzando in tutto se stesso. Ma mentre andava vagando in questo modo, presto vennero meno le consolazioni divine, ed egli si trovò agitato da tentazioni tempestose: le acque gli arrivavano sino al collo (Sal 68,2) e, desolato nello spirito e nel corpo, era come un uccello che si precipita nella rete (Pr 7,23). Già come sull’orlo di una voragine, stava per precipitare nel baratro, quando la Provvidenza paternamente ebbe compassione di lui e rivolse il suo sguardo amoroso all’infelice. Ammaestrato dalla tribolazione, rientrò finalmente in se stesso e disse: «Ritorna, o misero, alla tua vita religiosa, perché lì è la tua salvezza». E senza indugiare un istante, si alzò e si avviò in fretta al grembo materno.
Alla vita
L’esperienza di fede e di sequela di Francesco d’Assisi si pone sulla scia delle parole evangeliche che oggi ci vengono offerte: piccolo e umile, poiché – attratto dalla via di un Dio che sceglie gli ultimi, i “lebbrosi”, come spazio della sua misericordia – ha abbracciato le periferie dei “minores”, dei marginali per assumere un solo giogo, una sola norma, quella del Vangelo. Egli per primo ha trovato ristoro nelle parole del Signore, il conforto di riscoprirsi figlio e fratello, la gioia di comprendere la propria identità di servo, la dolcezza della prossimità a tutti solo per amore.
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