Domenica 29 ottobre 2017, XXXª TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo
Matteo 22,34-40
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Dalle Fonti
2 Celano 49: FF 635
Mentre il Santo era sul monte della Verna, chiuso nella sua cella, un confratello desiderava ardentemente di avere a sua consolazione uno scritto contenente parole del Signore con brevi note scritte di proprio pugno da san Francesco. Era infatti convinto che avrebbe potuto superare o almeno sopportare più facilmente la grave tentazione, non della carne ma dello spirito, da cui si sentiva oppresso. Pur avendone un vivissimo desiderio, non osava confidarsi col Padre santissimo ma ciò che non gli disse la creatura, glielo rivelò lo Spirito (Cfr 1Cor 2,10). Un giorno Francesco lo chiama: «Portami – gli dice – carta e calamaio, perché voglio scrivere le parole e le lodi del Signore, come le ho meditate nel mio cuore» (Cfr Sal 76,7). Subito gli portò quanto aveva chiesto, ed egli, di sua mano, scrisse le Lodi di Dio e le parole che aveva in animo. Alla fine aggiunse la benedizione del frate e gli disse: «Prenditi questa piccola carta e custodiscila con cura sino al giorno della tua morte». Immediatamente fu libero da ogni tentazione, e lo scritto, conservato, ha operato in seguito cose meravigliose.
Alla vita
Messo alla prova da un dottore della Legge – uno che, di certo, i comandamenti doveva conoscerli bene, a memoria – Gesù risponde condensando tutti i precetti in uno solo, quello dell’amore, affermando implicitamente che esso ha di necessità due direzioni: l’orientamento a Dio e l’orientamento al prossimo. L’amore per l’altro è immagine e somiglianza dell’amore per Dio, anzi, ne è la più immediata visibilità. È un amore che non dipende dalla Legge ma è esso stesso fondamento alla Legge ed è profezia, ossia parola vera sull’uomo, suscitata dalla relazione con il Signore e perciò non misurata da norme e schemi umani. Ne abbiamo una semplice testimonianza in Francesco: ritirato in meditazione alla Verna non trattiene gelosamente per sé il suo colloquio con l’Altissimo, ma ne fa un’opportunità per soccorrere la solitudine di un fratello tentato. Soltanto un uomo libero è davvero capace di liberare…
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