Domenica 1 ottobre 2017, XXVIª TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo
Matteo 21,28-32
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel
regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Dalle Fonti
2 Celano 30: FF 617
Al tempo in cui l’esercito cristiano stringeva d’assedio Damiata, era presente anche il Santo con alcuni compagni: avevano attraversato il mare desiderosi del martirio. Un giorno avuta notizia che i nostri si disponevano a battaglia, si addolorò fortemente e rivolto al compagno disse: «Il Signore mi ha mostrato che, se avverrà oggi lo scontro, andrà male per i cristiani. Ma se dico questo, sarò creduto pazzo; se taccio, mi rimorde la coscienza. Cosa ne pensi?». «Padre, – rispose il compagno –, non dare importanza al giudizio degli uomini; del resto non sarebbe la prima volta oggi che sei giudicato pazzo. Libera la tua coscienza e abbi timore di Dio piuttosto che degli uomini» (Cfr At 5,29). Allora il Santo balza fuori e per il loro bene scongiura i cristiani a non dar battaglia, e minaccia la disfatta. Ma essi presero a scherzo ciò che era verità, indurirono il loro cuore e rifiutarono ogni avvertimento. Si avanza, si attacca, si combatte e si passa al contrattacco da parte dei nemici. Durante la battaglia il Santo con l’animo sospeso invita il compagno ad alzarsi e ad osservare; e poiché non vede nulla una prima ed una seconda volta, glielo ordina per la terza volta. Ed ecco: tutto l’esercito cristiano è in fuga, mettendo fine alla guerra non col trionfo, ma con la vergogna.
Alla vita
Il nostro essere “religiosi” si prova sulla concretezza, non sull’apparenza: sotto la parvenza e la motivazione più pia può celarsi il bisogno di essere visti, riconosciuti o un desiderio di potere. Accade allora che un figlio formalmente obbediente contraddica non solo la sua parola, ma pure il suo stesso essere figlio, relazionandosi al padre come con un “signore” cui dire “Amen” per essere lasciato in pace senza fare brutta figura. Il figlio disobbediente, se prima ci rimette la faccia, poi ci mette un cuore che ha accolto la fatica di cambiare: con le mani affondate nella terra, nella vigna ritrova il suo posto, dove la giustizia è libertà e autenticità, non vanto di persone perbene.
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