Dalla elaborazione della nuova “Regola” alla bolla “Solet annuere” di Onorio III

Dalla elaborazione della nuova “Regola” alla bolla “Solet annuere” di Onorio III

Sulla china della sua “passione”, stanco ma non arreso, concentrò tutte le sue energie sull’elaborazione di una nuova Regola, considerato che l’altra era svanita nell’oblio, con l’intenzione di redigerla più sintetica e razionale, eliminando le ripetizioni e gli orpelli dei riferimenti biblici e cercando anche di attenuare alcune prescrizioni.
Per adempiere a questo compito ed essere in raccoglimento più vicino a Dio, si ritirò nell’eremo di Fonte Colombo, accompagnato da frate Leone e da frate Bonizio da Bologna. Ma la Regola che Francesco dettò a frate Leone, sebbene limata dai fronzoli, rimase integra nella sostanza a quella precedente: la vita, integralmente intrisa nei precetti del Santo Vangelo, era così tanto radicata nel suo spirito che non seppe concepirne una ad essa diversa.
A fine stesura, il manoscritto fu fatto recapitare al vicario Elia, il quale, confortato dal concorde parere di Ugolino, non ravvedendone, nemmeno questa volta, elementi innovativi, lo ributtò, facendo credere, per non avversare la volontà di Francesco, che quell’elaborato era andato perduto prima ancora di raggiungere il destinatario.
Francesco capì che era quello un sotterfugio per eludere la verità ma,  fingendo di crederci, ridettò la Regola, che fu riscritta identica alla prima, dichiarandosi, però, disponibile ad eventuali apporti del Cardinale e del Vicario, e così fu. Il giorno di Pentecoste, nel Capitolo Generale, l’ultimo a cui Francesco intervenne, l’Assemblea dei Ministri, all’unanimità, approvò la Regola dell’Ordine illustrata da frate Elia e dichiarata dettata, sotto ispirazione divina, da frate Francesco: non si disse in quell’assise che essa fu rielaborata, di fatto, dal Cardinale Ugolino.
Quella approvata dal Capitolo esprimeva una formula di vita per molti tratti divergente dallo spirito che animava l’originaria fratellanza.
Francesco, pur se col cuore lacerato, comprese che era quella l’unica soluzione possibile per ottenere dalla Chiesa di Roma la bolla ufficiale per l’Ordine dei Frati Minori.
Egli, che aveva visto lievitare dal nulla, anima su anima, la fratellanza, fino a diventare una moltitudine, non poteva ora irrigidire le posizioni per vederla, forse, disperdersi nella babele delle diaspore e degli scismi; bisognava, in ogni modo e ad ogni costo, mantenere coesa la comunità, per proiettare in ogni luogo e in ogni tempo, attraverso la missione apostolica, la fiaccola dell’unica luce, che rischiara ed eleva alla gloria dei cieli: l’imitazione sulla terra del modello di vita secondo Cristo.
Onorio III con la bolla “Solet Annuere” approvò e promulgò la “Regola dell’Ordine dei Frati Minori”.
L’approvazione della “Regola” segnò per Francesco il preludio dell’ultima tappa della sua carriera umana.
(da “Nacque al mondo un Sole” di Nicola Savino/20)

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ARTICOLO DI: Nicola Savino

“Nicola Savino, classe 1953, Sociologo presso la Regione Campania, s’interessa prevalentemente delle dinamiche demografiche e delle politiche attive del lavoro. È autore di numerosi saggi, opere di narrativa e sillogi di poesie. Tra le sue ultime pubblicazioni: Nacque al mondo un Sole (Robin Edizioni, 2011), La Battaglia di Poitiers. La causa santa e l’arte della guerra (Robin Edizioni, 2014); è in coso di stampa La Vendetta della natura e la grande moria, che chiude la trilogia “Flashback sull’Evo di Mezzo”.”

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