Domenica 29 gennaio 2017, IVª TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo
Matteo 5, 1-12a
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Dalle Fonti
Leggenda Maggiore VII,10: FF 1130
Ecco quanto accadde una volta. Il servo di Dio, che si era molto aggravato, dal luogo di Nocera veniva ricondotto ad Assisi, da una scorta di ambasciatori, che il devoto popolo assisano aveva appositamente inviato. Gli accompagnatori, col servo di Dio, giunsero in un villaggio poverello, chiamato Satriano. Siccome l’ora e la fame facevano sentire il bisogno di cibo, andarono a cercarlo per il paese. Ma, non trovando niente da comprare, tornarono a mani vuote.
Allora il Santo disse a quegli uomini: «Se non avete trovato niente, è perché avete più fiducia nelle vostre mosche che in Dio (col termine ” mosche ” egli indicava i denari). Ma tornate indietro nelle case da cui siete passati e domandate umilmente l’elemosina, offrendo come pagamento l’amor di Dio. E non crediate che questo sia un gesto vergognoso o umiliante: è un pensiero sbagliato, perché il Grande Elemosiniere, dopo il peccato, ha messo tutti i beni a disposizione dei degni e degli indegni, con generosissima bontà». I cavalieri mettono da parte il rossore, vanno spontaneamente a chiedere l’elemosina e riescono a comprare con l’amor di Dio quello che non avevano ottenuto con i soldi. Difatti quei poveri abitanti, commossi e ispirati da Dio, offrirono generosamente non solo le cose loro, ma anche se stessi. E così avvenne che la povertà di Francesco sopperisse all’indigenza, che il denaro non aveva potuto alleviare.
Alla vita
Nel discorso della montagna Gesù giustifica la beatitudine della povertà con l’affermazione che il Regno appartiene proprio a loro, ai poveri: “di essi è il Regno”. Il regno è promessa di pienezza, è il trovare qui il centuplo di ciò che si è lasciato per esso, è diventare fratelli, sorelle e madri del Signore, è partecipare dell’abbondanza della festa di Nozze dell’Agnello, è la certezza del dono dello Spirito inviato dal Padre per mezzo del Figlio che vive in noi.
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