5 aprile 2015, pasqua di resurrezione
Dal Vangelo
Giovanni 20,1-9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Dalle Fonti
Regola non bollata III,1-9: FF 9-10
Dice il Signore: Questa specie di demoni non si può scacciare se non con la preghiera e col digiuno (Mc 9,28). E ancora: Quando digiunate non prendete un’aria melanconica come gli ipocriti (Mt 6,16).
Perciò tutti i frati, sia chierici sia laici, recitino il divino ufficio, le lodi e le orazioni come devono. I chierici recitino l’ufficio e lo dicano per i vivi e per i morti secondo la consuetudine dei chierici. Per i difetti e le negligenze dei frati dicano, ogni giorno, il Miserere mei, Deus con il Pater noster. Per i frati defunti dicano il De profundis con il Pater noster. E possano avere soltanto i libri necessari per adempiere al loro ufficio. Anche ai laici che sanno leggere il salterio sia concesso di averlo; agli altri, invece, che non sanno leggere, non sia concesso di avere alcun libro.
Alla vita
C’è un verbo insolito che sembra dominare e dare una nota particolarmente dinamica a questo brano di vangelo: correre. Corre Maria di Magdala dai discepoli, corrono Pietro e Giovanni, in una specie di gara che mostra l’età dei contendenti. Perché l’amore non può aspettare o andar piano, è sempre di fretta, in perpetua accelerazione, e “correndo” fa correre–a modo suo- anche la fede. La paura, infatti, blocca e deprime, rende stanchi e diffidenti, l’amore invece scioglie muscoli e mette in moto energie, apre gli occhi della mente e del cuore dei due discepoli, fa loro capire la Scrittura e quella parola misteriosissima e temuta, che egli, cioè, “doveva risorgere dai morti”. E li rende credenti. Davvero, la fede è la conoscenza nata dall’amore (Lonergan). E se il discepolo che Gesù amava giunge per primo al sepolcro, è bello vederlo dare la precedenza al collega più anziano: piccola delicatezza e grandezza di cuore.
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