26 aprile 2015, 4ª di pasqua
Dal Vangelo
Giovanni 10,11-18
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
Dalle Fonti
Regola non bollata XII,1-6: FF 38
Tutti i frati, ovunque siano o vadano, evitino gli sguardi impuri e di frequentare le donne. E nessuno si trattenga in consigli né cammini solo per la strada né mangi alla mensa in unico piatto con esse. I sacerdoti parlino con loro onestamente dando la penitenza o qualche consiglio spirituale. E nessuna donna in maniera assoluta sia accolta all’obbedienza da alcun frate, ma una volta datole il consiglio spirituale, dove vorrà faccia penitenza. E tutti ci dobbiamo molto custodire, e dobbiamo mantenere le nostre membra pure, poiché dice il Signore: Chiunque avrà guardato una donna per desiderarla ha già commesso adulterio con lei, nel suo cuore (Mt 5,28). E l’apostolo: O non sapete che le vostre membra sono tempio dello Spirito Santo? (1Cor 6,19); perciò, se uno violerà il tempio di Dio, Dio distruggerà lui (1Cor 3,17).
Alla vita
Buon pastore e mercenario: contrapposizione netta tra vero e falso pastore. Il primo conosce le proprie pecore una a una, se n’accorge se ne manca una e la va a cercare; se vi sono pericoli le difende fino a dar la vita per loro. Il mercenario è pastore finto: a lui non importa delle pecore, è uno che sfrutta il servizio o che si serve d’esso per sé e i suoi interessi. Infatti, nel pericolo scappa e molla il gregge. In realtà il pastore vero è colui che conosce l’amore ed è amato dal Padre, è colui che la vita la può dare perché la possiede in abbondanza. E sempre per questo Gesù, il Pastore vero -e dunque anche buono e bello-, ci tiene a sottolineare che nessuno potrà mai portargli via la vita, ma sarà lui a donarla, o che la sua passione e morte non sarà un incidente di percorso, una violenza subita e sofferta, ma una scelta assolutamente libera, come è di tutto ciò che nasce dall’amore e dalla certezza d’esser amati.
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