Gv 8,51-59

Essere custodi

Essere custodi

Giovedì V Settimana di Quaresima
Gen 17,3-9    Sal 104      Gv 8,51-59

“Se uno osserva la mia parola”, è come dire: se uno custodisce la mia Parola. La Parola di Dio non è un precetto da osservare esteriormente ma è l’alimento che unisce il donatore con ricevente. La Parola è la persona stessa che si fa vicino e si fa cibo. Per questo Gesù quando dice di osservare la Parola, intende dire custodirla per avere una relazione con Lui. I farisei si inquietano perché ciò che dovrebbe dare libertà è compreso come una imposizione di precetto, con le sue regole. Gesù invece sta parlando dell’occasione di una relazione nuova e ancora una volta, stando in questo dialogo acceso, riporta la questione al rapporto con il Padre. La Parola è compresa in una conoscenza profonda e intima: questo è il dono che riceve chi ci sta nel custodirla. E io custodisco?

Signore, donaci la vita che viene dal custodire la tua Parola.

Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 635]
Mentre il Santo era sul monte della Verna, chiuso nella sua cella, un confratello desiderava ardentemente di avere a sua consolazione uno scritto contenente parole del Signore con brevi note scritte di proprio pugno da san Francesco. Era infatti convinto che avrebbe potuto superare o almeno sopportare più facilmente la grave tentazione, non della carne ma dello spirito, da cui si sentiva oppresso. Pur avendone un vivissimo desiderio, non osava confidarsi col Padre santissimo ma ciò che non gli disse la creatura, glielo rivelò lo Spirito. Un giorno Francesco lo chiama: «Portami, gli dice, carta e calamaio, perché voglio scrivere le parole e le lodi del Signore, come le ho meditate nel mio cuore». Subito gli portò quanto aveva chiesto, ed egli, di sua mano, scrisse le Lodi di Dio e le parole che aveva in animo. Alla fine aggiunse la benedizione del frate e gli disse: «Prenditi questa piccola carta e custodiscila con cura sino al giorno della tua morte». Immediatamente fu libero da ogni tentazione, e lo scritto, conservato, ha operato in seguito cose meravigliose.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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