Lc 15,1-10 –  forma breve di vv. 1-32

Bisogna far festa!

Sabato II Settimana di Quaresima
Mi 7,14-15.18-20    Sal 102    Lc 15,1-3.11-32

I pubblicani e i peccatori si avvicinano a Gesù per ascoltarlo, mentre i farisei e gli scribi mormorano a distanza. Gesù, con la sua parabola, si rivolge a tutti loro (e a tutti noi!), figli minori e figli maggiori. I primi, peccatori e i pubblicani, sono avvantaggiati, perché hanno ben chiaro davanti a sé il loro peccato. Proprio come il figlio minore ne hanno sperimentato tutta l’amarezza e sanno che solo la misericordia del Padre può restituire loro la dignità che hanno perduto. Per questo “tornano a casa”, cioè ascoltano volentieri le parole di Gesù e sono capaci di gesti di vera conversione (cf. Lc 19,1-10). La loro salvezza è più vicina, perché sanno di averne bisogno (cf. Mt 21,31; Lc 18,9-14). Ma la stessa compassione Gesù la sente per i farisei e gli scribi, induriti nel loro orgoglio, proprio come il figlio maggiore. Hanno sempre creduto in un Dio che è padre-padrone, che dà a chi merita. Hanno invano tentato di meritare, diventando sempre più ciechi di fronte alle loro stesse mancanze e incapaci di vedere l’amore gratuito del Padre. Gesù si rivolge a tutti per convincere, chi si sente giusto, a riconoscere la propria cecità. E incoraggiare i peccatori a sperare nella salvezza, perché con tutti lui vuole far festa.

Ti benediciamo, o Padre, per la tua misericordia senza limiti: Insegnaci la gratitudine, che ci libera dall’orgoglio e ci fa gustare il tuo amore per noi.

Dalla Lettera a tutto l’Ordine [FF 221]
Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, e aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati. Nulla, dunque, di voi trattenete per voi, affinché tutti e per intero vi accolga Colui che tutto a voi si offre.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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