Gv 13,1-15

Amore consacrato

Amore consacrato

Giovedì Santo
Es 12,1-8.11-14      Sal 115    1Cor 11,23-26      Gv 13,1-15

Anche se quest’anno purtroppo non sarà così, il Giovedì Santo i presbiteri di ogni diocesi si ritrovano con il proprio Vescovo per celebrare la Santa Messa Crismale, il memoriale del dono del sacerdozio. Una parte del prefazio recita così: “Egli comunica il sacerdozio regale a tutto il popolo dei redenti, e con affetto di predilezione sceglie alcuni tra i fratelli che mediante l’imposizione delle mani fa partecipi del suo ministero di salvezza […] Tu proponi loro come modello il Cristo, perché, donando la vita per te e per i fratelli, si sforzino di conformarsi all’immagine del tuo Figlio, e rendano testimonianza di fedeltà e di amore generoso”. Questa preghiera coinvolge tutto il popolo di Dio e in special modo i sacerdoti che prendono parte al Suo ministero di salvezza. La Chiesa, nonostante sia fatta di uomini peccatori, è perfetta perché continua a portare nel mondo ciò che Gesù ha consacrato nell’Ultima Cena: l’amore “del e per” il Padre. Lui stesso si fa sacramento, segno visibile di questo Amore e dell’amore per i fratelli, chinandosi sull’umanità. Con il triduo, entriamo nel compimento dell’annichilimento di Dio iniziato con l’Incarnazione. Questa strada è a fondamento della nostra fede perché, sostenuti dalla Grazia, possiamo portare a perfezione la nostra appartenenza a Cristo, il nostro sacerdozio ricevuto con il Battesimo.

Signore Gesù, attraverso la vita fraterna, insegnaci a servire e a lasciarci servire nella carità, imitando te unica e vera Carità.

Dalla Leggenda di Santa Chiara [FF 3182]
Molto spesso lavava i piedi delle servigiali che tornavano da fuori e, lavatili, li baciava. Una volta lavava i piedi di una di queste servigiali: e, mentre stava per baciarli, quella, non sopportando un’umiliazione così grande, ritrasse il piede e nel gesto colpì col piede in viso la sua signora. Ma ella riprese con dolcezza il piede della servigiale e vi impresse, sotto la pianta, ben aderente un bacio.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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